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Max De Aloe & Bill Carrothers: Apnea

Quando Max De Aloe incontra la grazia e l’originalità del pianoforte di Bill Carrothers, ne deriva un disco intenso, meditativo, che lascia quasi senza fiato

Max De Aloe & Bill Carrothers

Apnea

(Cd, Abeat Records)

jazz

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Max De Aloe & Bill Carrothers: Apnea“L’apnea è il volo silenzioso e solitario nell’abisso blu cobalto. L’attimo interminabile sul fondo, in attesa di magici incontri.”

Ad hoc.

Quando Max De Aloe – classe 1968 – abile interprete dell’armonica cromatica (strumento generalmente associato alla musica classica e al jazz come accompagnamento vocale più che strumentale) incontra la grazia e l’originalità del pianoforte di Bill Carrothers, ne deriva un disco intenso, meditativo, che lascia quasi senza fiato.

Jazz straordinariamente attuale, melodico, a tratti onirico, capace – grazie al suo eclettismo – di affascinare non solo amanti del genere, ma anche estimatori della letteratura giapponese (Haruki Murakami, ndr).

L’Lp si compone di suoni armonici strategicamente distinti e un uso esperto delle dinamiche del pianoforte.

Facile a spiegarsi, visto che il duo – benché atipico – è alquanto autorevole: il signor De Aloe è stimato tra i solisti jazz più affermati a livello europeo, ed è richiestissimo all’estero; Carrothers, con la sua sintesi di swing e lirismo, conquista il pubblico.

Suoni essenziali, rarefatti: il pianoforte di Carrothers ritrae dunque paesaggi sonori all’apparenza algidi, ma che, grazie all’intervento dell’armonica, si popolano di presenze.

Un lavoro complesso, progressivo: dall’incipit vagamente malinconico Lontano, Infinitamente Lontano a brani ‘difficili’ come Haruki Plays the Words o la suggestiva Naoko’s Theme che necessitano di svariati ascolti per esser apprezzate a fondo; e ancora, Dolphin Hotel cui segue – un paio di tracce più in là – la commovente Underground.

Menzione speciale va alle covers Norwegian Wood e Dear heart e l’omaggio Vito al grande Nino Rota, autore della colonna sonora de Il Padrino, tra le tante.

Colpisce inoltre l’armonia tra le“voci”: un dialogo posato tra i due musicisti, senza egocentrismi.

Un lavoro audace ed al contempo riuscito.

Perfetto per chi è alla ricerca di esecuzioni appassionate e musica d’atmosfera.

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Gabriella Scafuri
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