Mauro Mercatanti Band
Sano come un sushi
(Cd, Ideificio/Anomolo)
pop, folk, rock
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“Siamo nient’altro che piccoli uomini attorno al nostro piccolo tavolo, sulla nostra piccola seggiola”. Si apre così Sano come un sushi, con una sottile metafora che descrive la situazione di “grandi” e “piccoli”. Non è necessario un acutezza fulminante per comprendere che il riferimento va al di là del dato anagrafico. Specialmente con una chiusura che specifica che l’unico cambiamento attorno a questa tavola è che prima “il conto lo pagavano i grandi, ora lo portano direttamente ai piccoli. Ma questo è solo un piccolo particolare, trascurabilissimo”. Badate bene, il tutto non è propriamente cantato ma teatralmente recitato.
Sano come un sushi è così, un recitativo alternato che saltando di metafora in metafora, di satira in satira, affronta tanti temi contemporanei: politica, giovani, malsano rapporto con la pubblicità, aspettative …
La Mauro Mercatanti Band si muove da Milano sin dagli anni novanta. Si è fatta conoscere con effetto meteora con la canzone I soldi di Inzaghi, non registrata alla SIAE e quindi non fruttifera economicamente. La band evolve in sonorità e nome (precedentemente erano i Giovedì non posso) e si incontra con la net label Anomolo. A stregarli è la distribuzione gratuita della musica. Il free download li caratterizza infatti sin dalla loro nascita. Lo stesso Sano come un sushi è scaricabile gratuitamente dal sito www.anomolo.it .
Quelle della Mauro Mercatanti Band sono teatro-canzoni in grado di comunicare con il pubblico come in una antica pantomima. L’effetto è quello dei teatranti greci capaci di usare un mezzo di intrattenimento per esprimere le proprie idee. Ecco allora che si torna a parlare dell’inesistenza della differenza destra/sinistra, “ora esiste solo il sopra e il sotto”.
L’album guida l’ascoltare in un percorso ascendente. All’inizio è un pianoforte dolce e melodico ad accompagnare l’elencazione di Ci sono stati; poi i ritmi si fanno più serrati in Giochiamo, triste descrizione delle speranze disilluse paragonate ad una partita di calcio dove nessuno però ha portato il pallone.
Passando per la recitazione si arriva alla comunicazione diretta testo/musica in Monocorde. Il brano è un discorso sullo stato attuale della musica che forse “andrebbe ritoccata” utilizzando tutte le note esistenti.
E prese i Pan di stelle sono solo quaranta secondi ma intensi. Limito la descrizione dicendo che è un comico accostamento tra gli spot e l’ultima cena. Che la pubblicità sia divenuta un nuovo credo?
Gli spunti sono tanti, le parole poche ma d’effetto. La musica cozza con il testo solo per la sua bellezza estetica, in contrasto con la criticità dei brani. La canzone che forse subisce meno questa pecca è Il male minore, compromesso necessario che “sancisce la fine delle ostilità” e che i giovani devono accettare perché “non sanno quale sia il male maggiore”. Tanto di cappello per un brano drammatizzato nell’arrangiamento e nello stile canoro.
Il finale? Affidato ad un valzer: Mattiniera.
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