Massimo Volume
Milano, Santeria, 24 gennaio 2020
live report
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In questi tempi fatti di reunion, di una sorta di nostalgia nei confronti della musica anni novanta, molti gruppi, che in quegli anni avevano scritto una pagina importante nella storia della musica italiana, sono tornati sulle scene con una forza dirompente. I Ritmo Tribale hanno annunciato l’imminente uscita del nuovo album dopo vent’anni di assenza, Paolo Martella porta in giro uno spettacolo dove ripropone i brani dei Quartiere Latino e i La Crus sono in questo momento in tour con il loro spettacolo Mentre le Ombre si Allungano. A questa lista si vanno ad aggiungere i Massimo Volume che il 24 gennaio hanno suonato a Milano presso la Santeria Club.
Un tour che in realtà è cominciato a novembre a Padova e si terminerà ad aprile a Lugano. Un tour che non è una vera e propria reunion, perché nonostante i Massimo Volume si fossero sciolti ufficialmente nel 2002, in realtà il gruppo non ha mai perso il contatto con il loro pubblico e i loro estimatori. Nel 2019 hanno pubblicato il loro ultimo lavoro: Il Nuotatore che ha riscontrato i favori del pubblico e della critica, giudizi positivi che sono visibili dalle date sold out del tour che stanno portando in giro.
Il 24 gennaio sono andato alla Santeria e non nascondo tutta la mia curiosità nel vedere una band che ha segnato tutto il percorso musicale e che non avevo mai avuto la fortuna e il piacere di vederli dal vivo.
La Santeria è un posto molto particolare a Milano, un luogo ideale per l’aperitivo, ma anche una libreria, un luogo di ritrovo per studenti e infine un teatro, dove si tengono i concerti di artisti affermati e conosciuti, ma anche di emergenti e di nicchia. Insomma i luogo adatto per i Massimo Volume.
La band sale sul palco in perfetto orario e parte con Ronald, Tomas e io, un brano di primi anni novanta contenuta in quello che si può dire l’album più conosciuto della band bolognese (Stanze, 1993). Il concerto continua con due brani del 2010 (Fausto e Le nostre ore contate) e finalmente con il quarto brano (Una voce a Orlando), il gruppo presenta le canzoni del nuovo album, il pubblico applaude, ascolta ed è rapito dalla potenza sonora della band e ammaliato dalle parole di Emidio Clementi che da sempre sono la particolarità e il punto di forza della band.
Lo stesso Clementi, all’inizio del concerto, pare distante, concentrato, ma quando capisce di aver conquistato il pubblico, inizia a parlarci e a interagire con loro.
Nostra Signora del Caso, La ditta di acqua minerale e In Nome di Dio, sono i momenti di maggiore pathos del concerto, brani con testi da pelle d’oca.
Dopo circa una ventina di brani, giunge il momento della pausa di rito, che però non dura molto: la band ha ancora voglia di salire sul palco e regalare le ultime emozioni al pubblico che affolla il teatro della Santeria. E’ il momento delle canzoni storiche: Litio, Il primo Dio (questa a mio parere la canzone più bella della serata), Dopo Che (presentata da Clementi come la terza canzone d’amore più brutta), e il concerto si conclude con Fuoco Fatuo, dove il testo termina con una domanda a Leo (un dei personaggi nati dalla penna di Clementi): è questo che siamo?
La risposta mia e del pubblico è sì, che i Massimo Volume sono uno dei gruppi più importanti e particolari della scena italiana, un gruppo che non ha imitazioni perché inimitabili, una band che, oltre alla presenza di Emidio Clementi, grazie a Vittoria Burattini ed Egle Sommacal ha regalato a Milano alla Santeria un concerto che sarà difficile da dimenticare.
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