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Massimo Volume: presentazione di Tutto qui e live report

Il tour di Cattive abitudini è un'occasione per promuovere Tutto qui, biografia autorizzata dei Massimo Volume scritta da Andrea Pomini

Tutto qui

La storia dei Massimo Volume

di Andrea Pomini

(Arcana)

 

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Appuntamento alle 18.30 alla Feltrinelli di Via Italia, Biella, per la presentazione di Tutto qui, la storia dei Massimo Volume, libro scritto dal giornalista Andrea Pomini sulla storia della band dagli esordi al grande ritorno sulle scene. L’evento anticipa di qualche ora il concerto al Libra Festival, rassegna del contemporaneo musicale che anima l’estate biellese.

Nel libro l’autore agisce da semplice intermediario, lasciando che siano le parole di chi c’era e c’è tuttora a raccontare la storia di questo gruppo capace di “…creare e uccidere un genere nello stesso istante: nulla di simile prima, tutto simile dopo”. Episodi narrati da diverse angolazioni, dove le opinioni e gli umori di tutti trovano libera espressione, e che rappresentano anche un’occasione per dirsi, come sottolineerà Vittoria, cose taciute nel tempo, affetti raramente espressi a parole.

Durante la presentazione c’è spazio per aneddoti simpatici raccontati dalla voce dell’autore e di Emidio Clementi e Vittoria Burattini, rispettivamente voce/basso e batteria, unici membri presenti sin dagli esordi. Andrea Pomini racconta dell’incontro con Leo, figura quasi mitologica del nostro immaginario collettivo, mentre Emidio rievoca il momento in cui andò in stazione con l’Ape car a prendere un Manuel Agnelli (leader degli Afterhours e produttore di Club Privé) che pensava di trovarsi davanti dei giovani borghesi intellettualoidi figli di papà.

Sul finire la chiacchierata si sposta inevitabilmente sulla musica, su quel 12 luglio 2008 che a Torino ha segnato il ritorno on stage dei Massimo Volume, e su tutto quello che c’è stato dopo: la necessità di ricreare – o meglio creare – l’armonia del gruppo, soprattutto dopo l’arrivo di un nuovo membro, Stefano Pilia alla chitarra (che ha dato una splendida impronta al loro sound) e di affrontare il timore di ritrovarsi di nuovo a scrivere. Tutto quello cioè che ha portato alla nascita di Cattive abitudini, che di li a poche ore avrebbe tenuto banco insieme alle pietre miliari di questo quartetto bolognese.

Alle 22 l’occhio di bue illumina l’anfiteatro di Sordevolo, a una quindicina di minuti da Biella, per una nuova serata del Libra Festival. Sul palco, come per altre date di questo tour, i Bachi da Pietra: il duo, composto da Bruno Dorella (ex Wolfango, attualmente Ronin e OvO) alla batteria e Giovanni Succi (ex Madrigali Magri) voce e chitarra, regala 45 minuti di musica che possono tranquillamente essere considerati un concerto vero e proprio più che un semplice set di apertura. Suoni raffinati e testi ricercati sono il trait d’union della musica di questi due gruppi che stasera si alterneranno sul palco e che hanno di recente pubblicato per La Tempesta (etichetta di riferimento della ‘nuova’ musica italiana) uno split EP di quattro brani, nei quali si sono divertiti a riproporre in chiave personale un pezzo dell’altro: i Bachi rifanno Litio, mentre i Massimo Volume interpretano Morse.

Alle 23 Clementi e soci salgono sul palco e aprono il concerto con le prime due tracce di Cattive Abitudini: immediatamente viene da pensare che la band voglia riproporre, come già in passato, tutto l’album nella sua esatta sequenza. Invece dalla terza canzone in avanti si fanno largo estratti dai primi 4 lavori in studio, antecedenti lo scioglimento. Sono i grandi classici come Meglio di uno specchio, Il primo Dio e Seychelles ’81, quelli che avranno sempre un posto speciale nel cuore dei fans, quelli che hanno fatto di questo gruppo una colonna portante della scena musicale italiana.

Il connubio con i pezzi più recenti è pressoché perfetto: La bellezza violata (che ha per me lo stesso effetto spiazzante di Pizza Express), Le nostre ore contate (che parla del peso che talvolta comporta avere un’immagine pubblica), Fausto e In un mondo dopo il mondo sono già entrati di prepotenza nel bagaglio cultural-musicale della band bolognese. Ultimo in ordine di arrivo è Un altro domani, lo splendido inedito pubblicato nel sopracitato split EP, che segue da vicino la strada intrapresa nel recente lavoro in studio, quasi fosse stato scritto in precedenza ma lasciato fuori dall’album per questioni di spazio.

Tempo di bis, con Stagioni (momento acustico di Egle Sommacal), In nome di Dio e Fuoco Fatuo. Quando si spengono le luci sull’anfiteatro e sul non di certo folto pubblico intervenuto (Biella si è sempre rivelata una piazza ostica per la musica indie italiana di qualità), la sensazione è quella di aver partecipato a qualcosa di privato e intimo, difficile da esprimere a parole ma che penetra nel profondo. E che lascia il segno.

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