Massimo Bubola
Dall’Altra Parte Del Vento
(Cd, Eccher Music/Self, 2008)
canzone d’autore
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In Italia, diciamolo, siamo maestri nel festeggiare gli anniversari e le ricorrenze, le cifre pari e, a volte, anche quelle dispari. Sotto una pioggia di pubblicazioni, convegni e parole in libertà, siamo appena usciti (indenni?) dal quarantennale del 1968 che subito l’avvento del nuovo anno ci offre su di un piatto d’argento il decennale della scomparsa, avvenuta l’11 gennaio, del mai dimenticato Fabrizio De Andrè. Bombardati da un’offensiva editoriale degna dell’evento, sarà quanto mai arduo riuscire a districarsi tra le poche offerte valide e la tanta paccottiglia che un mercato discografico intento ormai a raschiare il fondo del barile non esiterà a mettere in commercio.
Fuori concorso si colloca sicuramente Massimo Bubola, artista spesso in direzione ostinata e contraria, con la sua splendida e anomala raccolta Dall’Altra Parte Del Vento, “Rivisitazione delle Liriche e delle Musiche composte dal Signor Massimo Bubola con il Signor Fabrizio De Andrè dal 1977 al 1990” come si legge, testuale, sul fronte della copertina.
Da Rimini a Don Raffaè, le quattordici composizioni, riarrangiate e reinterpretate secondo la personale e straordinaria sensibilità dell’autore veronese, collaboratore prolifico e di lunga data del grande Faber (in tredici anni hanno composto insieme la bellezza di ventuno canzoni), tracciano un percorso intimo ed emozionale capace di rievocare ad ogni parola, in ogni piccola sfumatura, sogni smarriti, intuizioni poetiche ed inquietudini sociali che ancora oggi rappresentano terra fertile alla quale in tanti continuano ad attingere avidamente.
Grazie al ricorso a suoni solo leggermente elettrificati, ad arrangiamenti sapientemente rivisti e (s)corretti con grazia e semplicità e ad una voce pacificata e rassicurante, Andrea, Sally, Fiume Sand Creek, Hotel Supramonte ed altri grandi classici riemergono a nuova ed autonoma vita, “…come nuovo vento per vecchie vele…”. Ad esse, a completamento dell’opera, si aggiungono l’inedita Dall’Altra Parte Del Vento, una sorta di inno agli outsider e ai cani sciolti, agli amici di un tempo che tornano a trovarci tra gli specchi di un bar, il brano/testimonianza Invincibili, scritto da Bubola nel 1992 e musicato da Cristiano De Andrè e, infine, Colline Nere brano non accreditabile al cantautore genovese ma che in un certo senso funge da premessa alla già citata Fiume Sand Creek e quindi a pieno titolo presente in questa raccolta.
Senza minimamente soffermarsi in paragoni inutili e fuori luogo ed apprezzando, invece, la volontà e l’intelligenza (ma trattandosi di Massimo Bubola non avevamo dubbi…) di non volersi limitare ad una semplice riproposta dei brani nelle loro versioni originali, Dall’Altra Parte Del Vento risulta davvero il posto migliore per sedersi ad ascoltare il suono di una storia infinita che si rinnova.
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