Marco Rovelli
libertAria
(Cd, Corasono/Transeuropa edizioni)
rock d’autore
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Scrittore, insegnante, musicista (premio Ciampi 2002 per il miglior album d’esordio con il gruppo Les Anarchistes), Marco Rovelli è uno dei pochi autori italiani ancora animato da una resistente volontà di procedere in maniera ostinata e contraria verso un mondo in cui libertà e giustizia sociale siano valori diffusi e condivisi e non soltanto parole vuote ricicciate dal politico di turno tra un talk show e l’altro.
Uno spirito anarchico e coraggioso, uno sguardo lucido, consapevole e lungimirante, rivolto sempre verso quegli anfratti di vita in cui ingiustizie e angherie si accaniscono indiscriminatamente sui corpi inermi degli ultimi della fila, siano essi eretici, ribelli, rivoluzionari, clandestini, rom, invalidi sul lavoro; su coloro che combattono contro le mafie, sugli omosessuali, sulle donne, sui giovani. O su tutte queste cose assieme.
LibertAria, la sua prima opera firmata personalmente ma che suona come un collettivo, grazie al supporto dei bravissimi Kobayashi, è una istantanea implacabile su questo ed altri mondi, la voce dolente di una (dis)umanità (in)visibile che invoca rispetto e considerazione. Ciascuna delle sue sedici tracce meriterebbe una recensione a parte, tanti sono gli spunti e le complesse sollecitazioni che evocano.
Come pietra preziosa, non cercate libertAria nei negozi di dischi, luoghi ormai sempre più vacui ed impersonali. Cercatela invece nelle librerie perché è lì che la troverete (oltre che sul sito www.marcorovelli.it), stampata per Transeuropa edizioni e co-prodotta dal Comitato della Memoria della Spezia nell’ambito del progetto “I giovani e la memoria – 2009”.
Ascoltatela prendendovi tutto Il Tempo Che Non C’è. Il disco va ben oltre l’ora ma non abbiate fretta nell’approcciarla. Leggete le parole scritte dallo stesso Rovelli sul libretto introduttivo; gustatevi gli splendidi disegni di Otto Gabos che le illustrano; leggete i testi delle canzoni scritti con la complicità di Erri De Luca, Maurizio Maggiani, Wu Ming2, Francesco Forlani. E, soprattutto, fatevi incendiare da questo (combat) rock viscerale e passionale suonato da quest’accolita di Sbandati (tra gli altri, sono presenti Yo Yo Mundi e Daniele Sepe) e disertori con i loro strumenti di festa e consapevolezza.
Commuovetevi per la dolcezza che ogni singola nota porta con sé. Ascoltate lo splendido Lamento Per La Morte Di Pier Paolo Pasolini e fate Mea Culpa se non l’avevate mai sentito prima. E salutate con una lacrima (La Ballata di) Sante Caserio, il canto più bello di tutta la tradizione anarchica.
Ed, infine, quando tutto sembra finito, fermatevi ancora un po’ a celebrare la festa, brindando con un buon bicchiere di vino rubino, color tulipano. Il vino della condivisione, il vino dei diseredati, il vino quotidiano. Il vino dei liberi.
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