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Marco Graziosi: recensione disco omonimo

Il disco omonimo di Marco Graziosi è una bella raccolta di canzoni indie-pop; l'artista reatino si circonda di collaboratori ben rodati per mettere in scena (in musica) le sue capacità di scrittura.

Marco Graziosi

s/t

(Vrec Records)

indie

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Marco Graziosi recensioneMarco Graziosi è conosciuto soprattutto per i suoi spettacoli intensi e di qualità che omaggiano lo sfortunato cantautore calabrese Rino Gaetano. Messo momentaneamente da parte un mito della musica italiana come Gaetano, Graziosi ha deciso di dare sfogo alla propria creatività e di mettersi in gioco con il suo primo lavoro sulla lunga durata.

Questo disco d’esordio, costellato dalla presenza di artisti che hanno collaborato con Daniele Silvestri e Max Gazze, è molto semplice da un punto di vista delle sonorità, nel senso che i suoni non sono bombastici, ma risultano essere semplici e diretti.

Tutto sommato è un bene, dal momento che le dodici canzoni sono per lo più elettroacustiche e riportano indietro con la mente al summenzionato Silvestri oltre che al suo gemello Niccolò Fabi.

Ci sono brani di grande qualità come Anche Se Io Dormo, dal ritornello immediato, o Divino.

I testi sono sempre intelligenti e il concetto di canzonetta finalmente non si palesa in questo disco dell’artista reatino. Inoltre, e questa è una qualità da non sottovalutare, non mancano episodi diversi rispetto al canovaccio che domina all’interno di questo lavoro.

Ad esempio, la conclusiva A Cantarti Ci Provo è un momento di forte evasione, in cui la jam finale creata dalla band che accompagna Graziosi è pura poesia.

Addirittura qualche volta si sfiora anche il territorio dell’alternative rock con i chitarroni ben in evidenza (Lascivo), mentre in L’Amore A Tempo Determinato e Quando Torna Ninì il cantautorato è rappresentato al meglio grazie a delle soluzioni melodiche mai banali, ma di assoluta qualità.

Tutto questo e altro ancora è Marco Graziosi, un nome che bisognerebbe appuntare sui propri taccuini, visto la proposta intelligente che la Vrec ha voluto premiare.

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Francesco Brunale
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