Manifesto: We Are the Music Makers è il nome del primo festival di musica elettronica italiana. Si svolgerà a Roma, al Monk, 8, 9 e 10 aprile 2016. Scopriamone i dettagli.
Si tratta di un lungo fine settimana totalmente dedicato all’elettronica e alla sperimentazione con una formula veloce e diretta in cui musicisti e ospiti si alterneranno in una serie di live showcase, set inediti, presentazioni, mostre, incontri e djset.
La prima edizione del festival sarà focalizzata sui producer italiani, artefici di composizioni sonore sempre più sotto i riflettori di pubblico e critica anche al livello internazionale.
L’obiettivo non è quello di descrivere una “scena” ma piuttosto di raccontare linguaggi che amano innestarsi su altri linguaggi, visioni che si ritrovano a dialogare con il passato e il contemporaneo, suoni “made in italy” con la vocazione a sconfinare oltre ogni coordinata spaziale.
In realtà l’obiettivo è quello di divertirsi da matti e ballare. Si parte con i primi tre nomi in line up: Daniele Baldelli, veterano e assoluto caposcuola della italo disco; Sorge, neonata emanazione sintetica di Mimì Clementi (Massimo Volume) e Marco Caldera; Indian Wells, uno dei più interessanti tra i nomi nuovi, che delizierà gli astanti con alcune composizioni inedite che saranno presentate in anteprima per l’occasione.
Daniele Baldelli è il precursore dei dee-jay italiani, ha iniziato quando ancora non c’erano nè mixer nè cuffia! Era il 1969 al Tabù club di Cattolica, sulla riviera adriatica. I dischi erano tutti 45 giri di rock, funk& soul. Il mestiere del DJ era ancora tutto da inventare. Daniele Baldelli era solo: con la sua fantasia, la sua voglia di musica la sua ricerca tecnica, la passione e l’istinto, ha sperimentato tutti gli stili musicali senza avere moduli o modelli di riferimento. Daniele Baldelli mescola insieme funky, reggae, jazz, fusion, brasil, dub, etno, tribale. Il tutto, abbondantemente condito con musica elettronica e una predilezione maniacale per il “mixaggio” che lo ha reso sicuramente indiscusso caposcuola. Senza modelli di riferimento è giunto nell’olimpo dei grandi sperimentando tutti gli stili musicali.
Populous è Andrea Mangia, musicista e producer nato e cresciuto tra 90s e 00s in Salento. Esordisce nel 2002 con un album, Quipo, fuori per Morr Music, label berlinese di culto che accoglie i suoi suoni sospesi tra idm, pop e beatmaking astratto. Morr produce anche i due successivi lavori, Queue For Love [2005] e Drawn In Basic [2008], entrambi apprezzati e applauditi dalla critica internazionale, ponti ideali tra la freddezza dei suoni digitali e il calore analogico fatto di respiri soul e shoegaze. Una trasversalità che si riflette anche nei diversi side-project che lo coinvolgono negli anni, da Girl With The Gun a Life & Limb. Autore di jingle televisi e colonne sonore cinematografiche, sound-designer per il web, musei e sfilate di moda. Ha lavorato con e per: Jc Penney, Vivienne Westwood, Wired, Kit Hung, Giuseppe Marco Albano. Ha remixato Iori’s Eyes, Casa Del Mirto, Saroos, Crimea X, Dining Rooms, Perturbazione, Telekinesis, Dadahack, Drink To Me, Digi G’Alessio, His Clancyness etc. Ha prodotto e collaborato, tra gli altri, con Short Stories, Teebs, Ricardo Tobar, Giorgio Tuma, Simon Scott/Slowdive, Sun Glitters, Nic Sarno, Go Dugong, Giardini Di Mirò, Indian Wells, DJ Khalab, Clap! Clap!
È fuor di dubbio che Alfio Antico è il più grande tamburellista a cornice della terra. La sua storia lo precede, i suoi live in giro per il globo ne sono una chiara testimonianza e chi ha avuto la fortuna di vederlo dal vivo sa già di cosa parliamo. La sua tecnica e i suoi movimenti sono stati e sono materiale di studio per centinaia di percussionisti.
Yakamoto Kotzuga è il nome d’arte di Giacomo Mazzucato è un giovane producer originario di Venezia. A partire dal 2013 è attivo con il moniker Yakamoto Kotzuga (“nipponeggiante” acronimo del suo nome), progetto che nasce unendo campionamenti della chitarra a morbidi inserti elettronici di matrice 2-step e hip hop, a creare trame intimamente ambientali e cinematiche. Lo sguardo è rivolto a Shlohmo, a Shigeto, a XXYYXX e in parte ai Mount Kimbie e a Four Tet, con cui condivide l’approccio tipicamente da bedroom-tronica (“da vero bedroom producer le mie uscite fino ad ora sono state interamente prodotte nella mia stanza“, afferma il producer in un’intervista concessa a SA nell’aprile 2014).
Indian Wells è stato accostato a suoni poco nostrani come quelli di Actress, The Field, Shlohmo e Four Tet. Il producer italiano si fa chiamare Indian Wells e dopo aver remixato l’austrialiano Kyson per Moodgadget, Heathered Pearls su Ghostly International e ri-creato Holocene per Bon Iver, nel 2012 ha sfornato il suo album d’esordio “Night Drops”. Abbandonata l’immaginaria partita di tennis, è rimasta l’estetica notturna e nel marzo 2015 torna con il nuovo album “Pause”, accompagnato da un live show audio-visuale curato da Jonathan Marsh.
Sorge (Emidio Clementi – Marco Caldera) è un progetto di musica elettronica, nato nel 2014 da Emidio Clementi, cantante dei Massimo Volume e scrittore, e Marco Caldera, produttore, musicista e tecnico del suono. L’amore comune per l’elettronica unito ad un immaginario coltivato nei lunghi tour in furgone insieme, ha portato alla realizzazione di dieci brani per elettronica, pianoforte e voce, che vedranno la luce il 5 Febbraio 2016 con l’uscita dell’album di debutto “La Guerra di Domani” pubblicato da La Tempesta Dischi.
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