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Love Parade, 19 morti tra cui una ragazza di Brescia

Il mega-raduno techno finisce in tragedia. Un mix micidiale di carenze organizzative, indifferenza delle forze dell'ordine e panico collettivo provoca l'irreparabile. Più di 500 i feriti, alcuni molto gravi
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Foto da Repubblica.it

Germania, 24 luglio – La Love Parade è finita in tragedia. Il bilancio, purtroppo ancora provvisorio, è di 19 morti e 516 feriti. Una ragazza di Brescia, Giulia Minola, 21 anni, è tra i deceduti, mentre un’altra ragazza italiana è tra i feriti.

Il mega-raduno techno di Duisburg è stato un mix micidiale di disattenzioni, carenze organizzative, forze dell’ordine insufficienti e strafottenti, panico collettivo.

L’area prescelta per la parata di superstar-dj internazionali (tra questi Guetta e Tiesto) è stato uno scalo merci abbandonato, per il cui accesso era necessario passare sotto tre sottopassi.

Alla manifestazione era previsto l’arrivo di un milione di persone. Da tutto il mondo ne è arrivato il 50% in più, un milione e mezzo. Con una previsione del genere, è una follia recintare l’area, non prevedere entrate e uscite differenti e concentrare l’ingresso da un unico punto, oltretutto subito dopo un sottopassaggio!

1200 gli uomini della polizia chiamati ad assicurare l’ordine pubblico. 1200 per un milione e mezzo di persone? Ma … siamo matti?

Da numerose testimonianze, sembra che i pochi poliziotti presenti siano in buona parte responsabili del caos accaduto per almeno un paio di ragioni: sono stati loro, verso le 3 del pomeriggio, a decidere di tentare di contingentare l’accesso all’area, bloccando alcune scale laterali ai tunnel. Verso le 4 del pomeriggio alcuni ragazzi italiani, miracolosamente riusciti ad arrampicarsi sopra un ponticello, sono andati ad avvisare la polizia che si stava diffondendo il panico tra la gente intrappolata nell’ultimo dei tre tunnel, gente che era in fila per entrare, non riuscendoci, e che non riusciva a tornare indietro per il muro umano che glielo impediva, appello caduto nel vuoto. Altre testimonianze, inoltre, definiscono “strafottente” l’atteggiamento dei poliziotti.

Attorno alle 17 la calca diventa un’onda umana che spinge e che trovi muri, anch’essi fatti di carne ed ossa. Le persone cominciano a svenire, altri s’accasciano a terra feriti, altri cadono per non alzarsi mai più.

Dentro in molti non si sono accorti di nulla e hanno continuato a ballare, molti si sono accorti di cosa era successo e … hanno continuato la festa lo stesso. Gli organizzatori hanno deciso di andare avanti fino a notte fonda per non provocare altri disordini, arrivando addirittura alla fine a ringraziare il pubblico dagli altoparlanti per la bellissima giornata (?!?!?!). Per molte ore, anche il sito internet della manifestazione ha continuato a mandare lo streaming dei dj-set.

La Love Parade è (era, dato che gli organizzatori l’anno soppressa per sempre, dopo i fatti di sabato) il più grande raduno mondiale per appassionati di sonorità techno e house, una moderna Woodstock dell’era digitale, senza regole e con le droghe tutte sintetiche.

Quello che più ci interessa, però, è che tragedie come quella dell’Heysel (finale coppia dei Campioni), di Roskilde (concerto dei Pearl Jam all’omonimo festival), i disordini che spesso accadono alla Mecca e altri episodi ancora, hanno insegnato poco o nulla e che continuano a ripetersi ancora gli stessi errori.

Nessuno, men che meno il “popolo della musica”, merita disattenzione, sufficienza e arroganza. Come quella di chi ha organizzato quest’evento e quella di chi doveva garantirne lo svolgimento in sicurezza, Nessuno, men che meno il “popolo della musica”, merita disattenzione, sufficienza e arroganza. Come quella dimostrata dalla maggioranza dei nostri giornalisti, mai usciti da cassa o da una sala stampa per andare a un concerto o a un raduno techno, ma velocissimi a puntare il dito verso una generazione e una musica che fanno fatica a capire.

Nel video qui sotto si vede la polizia che blocca la folla sotto il tunnel.

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Massimo Garofalo
Massimo Garofalo

Critico cinematografico, sul finire degli anni '90 sono passato a scrivere di musica su mensili di hi-fi, prima di fondare una webzine (defunta) dedicata al post-rock e all'isolazionismo. Ex caporedattore musica e spettacoli di Caltanet.it (parte web di Messaggero, Mattino e Leggo), ex collaboratore di Leggo, il 4 ottobre 2002 ho presentato al cyberspazio RockShock.
Parola d'ordine: curiosità.
Musica preferita: dal vivo, ben suonata e ad altissimo volume (anche un buon lightshow non guasta)

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