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Loma: recensione disco omonimo

Cupe inquietudini, melodie da carillon, virtuosismi vocali: i Loma vanno avanti per scossoni emotivi più che sonori

Loma

s/t

(Sub Pop)

indie dark folk

______________

 

loma-recensioneI Loma sono un progetto parallelo alle attività dei Shearwater e dei Cross Record, da cui primi prendono in prestito Jonathan Meiburg e dai secondi Emily Cross e Dan Duszynski. La cosa curiosa è che la Cross e Duszynski erano sposati e si sono separati proprio durante la lavorazione del disco omonimo dei Loma.

Liberatisi da qualsiasi gabbiai tre hanno registrato l’album in una casa in Texas, isolati da tutto e tutti e decidendo che ognuno di loro avrebbe potuto suonare qualsiasi strumento avesse voluto.

Il risultato è un disco in cui la voce di Emily la fa sì da padrona, ma senza alcuna forzatura; i musicisti sembrano mettersi volentieri al suo servizio per tessere trame indie-dark-folk, forzando questo termine per come possa esprimersi sotto il sole cocente del Texas.

Fra percussioni spesso martellanti, trame ambient e delicati strumenti acustici, Loma procede come un disco denso di contenuti, di atmosfere e di spunti musicali.

Cupe inquietudini, melodie da carillon, virtuosismi vocali: i Loma vanno avanti per scossoni emotivi più che sonori e hanno realizzato un album che probabilmente non avrà alcun seguito, ma che trascina l’ascoltatore in un marasma di emozioni intense. Mica roba da poco.

 

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Massimo Garofalo
Massimo Garofalo

Critico cinematografico, sul finire degli anni '90 sono passato a scrivere di musica su mensili di hi-fi, prima di fondare una webzine (defunta) dedicata al post-rock e all'isolazionismo. Ex caporedattore musica e spettacoli di Caltanet.it (parte web di Messaggero, Mattino e Leggo), ex collaboratore di Leggo, il 4 ottobre 2002 ho presentato al cyberspazio RockShock.
Parola d'ordine: curiosità.
Musica preferita: dal vivo, ben suonata e ad altissimo volume (anche un buon lightshow non guasta)

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