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Lola and the Lovers: Pissed off

Girl power in chiave salentina: Lola è 'incazzata nera' e ci spiega il perché in questo album d'esordio decisamente rock

Lola and the Lovers

Pissed off

(Cd, Event Sound Emotion / Venus 2011)

rock


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lola and the loversMettete insieme tre ragazze e un ragazzo originari del Salento, cresciuti a TV e reality show e ingabbiati negli stereotipi che etichettano i giovani d’oggi come esseri privi di ideali e di stimoli. Condite il tutto con una forte identità rock che cerca di esplicitarsi attraverso testi pregni di realtà sociale e avrete Lola and the Lovers con Pissed off, il loro album d’esordio.

Pur non essendo fisicamente un membro della band, Lola ne è l’anima e la voce: quella di una generazione senza ideali, almeno stando all’opinione pubblica, che cerca grazie alla musica una via di fuga. Attraverso le 12 tracce di Pissed off questo quartetto dall’alto tasso di estrogeni riesce nel suo intento, con un rock internazionale che non dimentica mai da dove viene e che ha ben chiaro dove vuole andare.

L’album, sapientemente suonato e arrangiato, vede la partecipazioni di due nomi noti dell’underground (passatemi il termine ormai abusato, please) italiano, Roberto Dell’Era (Afterhours) e Gianluca De Rubertis (Il Genio). Ma proprio quando credi di aver inquadrato il suono di Lola and the Lovers, ecco le tracce che non ti aspetti, quelle cantate in italiano, dai testi solo all’apparenza naif, ma in realtà molto contemporanei e vicini alla gente (soprattutto alle donne) e dalle melodie aperte a incursioni sonore come solo certi gruppi anni ’90 riuscivano a fare, tanto da ricordarmi proprio i Bluvertigo di quegli anni (Pil-Lola): sapiente ironia, lucida verità e armoniche sperimentazioni.

Le ragazze ci sanno fare: la gavetta sui palchi di tutta Italia, ad aprire artisti del calibro di Caparezza, Marta sui Tubi e Teatro degli Orrori le ha temprate, dando loro la giusta carica e la grinta per trattare con schiettezza e ironia gli argomenti più vari, parlando una lingua comune a quella di una generazione troppo spesso bistrattata, ma con ancora tanto da dire.

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Simona Fusetta
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