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Lisa Germano: recensione concerto Angelo Mai, Roma, 4 aprile 2013

La polistrumentista dell’Indiana torna a far visita alla nostra penisola, precisamente a Roma, per presentare il suo nuovo disco intitolato No Elephants: album dagli arrangiamenti minimali che esce quattro anni dopo l’ultimo Magic Neighbour

Lisa Germano

Roma, Angelo Mai, 4 aprile 2013

live report

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Pochi artisti hanno saputo scavare a fondo nel proprio animo e trasformare in canzoni (o semplicemente arrangiamenti) situazioni psicologiche cosi turbate come quelle di Lisa Germano, cantautrice americana e autrice di album magnifici come On The Way Down From The Moon Palace e soprattutto del capolavoro Geek The Girl.

Questa sera la polistrumentista dell’Indiana è a Roma per la promozione dell’ultimo album No Elephants: quarta data di un tour europeo partito a fine marzo da Copenhagen. In tutto sono ben cinque le date in Italia.

La location del concerto è l’Angelo Mai, un capannone nei pressi delle splendide Terme Di Caracalla. Prezzo del biglietto accessibilissimo (8 euro) e poca gente che bazzica tra il capannone e il bar. Ma appena aprono i battenti la gente prende subito posto a sedere.

Il capannone è ben strutturato: un grande palco, file di sedie immediatamente sotto, ed una tribunetta con mixer e posti a sedere. Alla fine saranno un centinaio di persone a gremire l’Angelo Mai.

L’opening act della serata è Vera Di Lecce (in arte Vera): con solo chitarra, microfono e loop station la musicista romana riesce a intrattenere alla grande il pubblico, mostrando qualità vocali davvero notevoli. Non a caso riceverà anche i complimenti dalla stessa Lisa Germano. I suoi loop vocali si rincorrono creando ritmi e percussioni come un flusso unico, sul quale chitarra e voce creano un mondo incantato e spirituale.

Dopo il cambio di strumenti entra in scena la folk-singer che tutti stavano aspettando: sul palco solo Lisa Germano e il suo pianoforte (questo fa intuire il motivo del prezzo così basso). La scelta di un tour piano-voce si spiega solo se si va ad ascoltare l’ultimo album: i pezzi di No Elephants sono principalmente suonati con il pianoforte. Quindi niente chitarre, niente batteria, niente violini, niente di quegli arrangiamenti peculiari che di fatto l’hanno consacrata regina indiscussa nel suo genere: scelta rischiosa.

La Germano inizia salutando il pubblico, applaudendo la opener Vera e raccontando del suo rapporto non troppo idilliaco con i gatti romani, che lei trova troppo aggressivi. Lisa Germano infatti è una nota gattofila e animalista in generale, tanto da inserire in alcuni brani registrazioni casalinghe dei suoi gatti (si ricordi Miamo-Tutti e Dorothy sull’album Excerpts From A Love Circus). Durante il concerto Lisa suona brani del nuovo album (come Diamonds, No Elephants, Ruminants, Up In The Air) e qualche vecchio come From A Shell e In The Land Of Fairies.

La voce è sensuale, fatata: inconfondibile nella sua profondità. La polistrumentista americana cattura gli ascoltatori con un concerto intimo e magico, interagendo tra un brano e l’altro con il pubblico. Lisa Germano spiega i suoi punti di vista su alcune questioni (amore, natura, vita) ed entra cosi in confidenza con l’intera sala. Ironica e spigliata, fa anche scegliere un paio di volte i pezzi da suonare: ovviamente non soddisfa alcune richieste a causa della diversa strumentazione del brano richiesto; altre perché non le ricorda. La cantautrice abbandona due volte il palco e ritornando regala (su richiesta) The Darkest Night Of All, tratta dall’album Happiness del 1993.

Concerto magico con un paio di note negative che come spesso accade non riguarda l’artista ma il pubblico: irritanti il viavai di persone su e giù dalla tribunetta e il rumore dell’apri-chiudi delle uscite di sicurezza.

 

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