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Libra: Sottopelle

Sottopelle, disco d’esordio della band romana Libra, è un interessante connubio di elettronica, strumenti più tradizionali e liriche cantate impegnate e ben scritte

Libra

Sottopelle

(Volcan Records)

elettronica, elettro rock, rock d’autore

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Libra- SottopelleSottopelle, disco d’esordio della band romana Libra, è un interessante connubio di elettronica, strumenti più tradizionali e liriche cantate impegnate e ben scritte, ispirato a sonorità come quelle dei Subsonica, ma comunque non privo di una certa originalità.

La title track apre l’album introdotta da un mix di pianoforte ed effetti elettronici che accompagna la voce, la quale canta una serie di riflessioni sulle persone che che lasciano impronte indelebili nella vita. L’inizio non è affatto male, l’atmosfera è interessante e coinvolgente.

Zoe segue un percorso simile, ma la qualità è superiore: gli arrangiamenti prendono una forma più evolutiva e trascinante, le liriche poetiche ed originali. Il brano è ottimo nel suo genere: semplice ma efficace, breve ma diretto, minimale ma non scarno!

Anche Vortice si muove tra curiosi giochi di suoni ed include metriche di cantato decisamente originali e ben giostrate, mentre il beat di Non è mai per sempre trascina un brano malinconico e sereno come può essere solo un nostalgico sguardo volto ad un passato non troppo lontano.

Il primo singolo, La calma, ha un sapore molto più notturno dei precedenti, un andamento da sonnambulismo drogato che somiglia ad una quiete dopo una tempesta; il minimalismo elettronico ben giostrato accompagna delle belle riflessioni sulla voglia di riprendere in mano la vita più serenamente. Nella successiva Leccami l’atmosfera si fa un po’ più movimentata e ballabile: in un clima che va dai Subsonica ai Bluvertigo, un ritmo più incalzante fa da tappeto ad un testo ben diverso da quello che il titolo poteva suggerire.

Morbida è un brano molto interessante, ricco di particolari colori ritmici/vocali, mentre La paura di Cloe è, secondo il parere di chi scrive, il brano più interessante del disco: delle buone dinamiche che rimangono nell’atmosfera minimalista della quale questo lavoro è pregno, raccontano, insieme alla voce, la storia della protagonista del brano, nella quale molti giovani potrebbero rispecchiarsi: una storia che parla della paura del futuro causata da un presente falso ed incerto.

Buio immobile si muove tra belle armonie vocali e una struttura semplice ma efficace, e nonostante sia in sintonia con i brani precedenti lascia intuire che il disco sta per finire: la successiva Noia è infatti la traccia di chiusura, ricca di Pathos, in cui un efficace orchestrazione degli effetti fa piombare in una calma apparente, perennemente minacciata ed inquieta.

Per esordire con un genere che può essere considerato rischioso, bisogna ammettere che i Libra hanno fatto un ottimo lavoro, gli arrangiamenti sono più che buoni, le liriche complesse ed efficaci. Una nota di merito anche al produttore che ha orchestrato i suoni ottenendo un risultato veramente impeccabile.

Certo, è un disco che può risultare noioso da ascoltare per intero, in quanto la linea seguita dai brani è pressoché la stessa, ma in fondo è anche il genere che è così e l’ascolto di Sottopelle, per chi ama uscire dal panorama tipico della musica italiana, è consigliato.

 

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