Lia Ices
Necima
(Cd, Rare Book Room Records, 2008)
indie pop
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La musica è, prima di tutto, un mezzo per comunicare qualcosa. Ce ne dimentichiamo troppo spesso, ormai abituati a considerare le canzoni come un semplice intrattenimento, da consumare rapidamente con un superficiale ascolto su internet, in attesa di sollazzarsi con il prossimo motivetto orecchiabile. Oggi più che mai, album come Necima, della cantante americana Lia Ices, ci fanno capire come la musica sia innanzitutto un’arte, in grado di veicolare contenuti profondi e personali.
Otto brani di estrema intensità, che occhieggiano al jazz imbastardito con il pop di Tori Amos, realizzati soprattutto con strumenti classici, come il pianoforte e gli archi, piegati alle esigenze di un moderno songwriting femminile. Su tutto risalta l’incantevole voce di Lia, pulita ma in grado di modularsi con grande disinvoltura a seconda delle emozioni che deve esprimere, tanto da lasciare a bocca aperta quando da un flebile sospiro riesce ad irrobustirsi in un potente vocalizzo. Come a voler testimoniare che da una situazione di debolezza si possa raccogliere le forze e riuscire ad alzare la testa.
E questo disco sembra proprio un libro aperto sulle emozioni e sulla vita di Lia, che con la trasparenza della sua interpretazione si denuda di ogni maschera e si dona completamente nella musica. La sua voce compie raffinati ricami su una griglia di base semplice e minimale, formata da poche note e riff ripetuti ad oltranza con minime variazioni, che alla fine sfociano un palpitante climax.
Irresistibili sono Half Life, giocato su un motivetto deciso intervallato da semplici scale di pianoforte che alla fine si incastrano perfettamente nella melodia, e Reason In Remain, lenta e struggente, che permette libero sfogo al sofferto virtuosismo della Ices.
Ma il vero gioiello dell’album è Many Moons, dove alla sottile voce di Lia, accompagnata da uno strascicante pianoforte, fa da contraltare un robusto e vibrante violoncello. E i brividi lungo la schiena non tardano ad arrivare.
Bisognerebbe ringraziare Lia Ices, che fa riscoprire il grande potere della vera musica. Quella musica che assolve pienamente al suo scopo quando, dopo poche note e vocalizzi, riesce a comunicare ogni più intimo sentimento dell’interprete.
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