Lenny Kravitz
Lucca, Summer Festival, 11 luglio 2009
live report
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Una serata esplosiva fin dai primi istanti, anche grazie al supporter Alain Clark, la cui enfasi è stata sufficiente per scaldare un pubblico che ha compreso diverse generazioni. Per lui 30 minuti brevi ma intensi, dove l’apice emotivo è stato raggiunto con l’ingresso sul palco del padre per l’esecuzione della fantastica Father and Friend.
Puntualissimo, comincia la performance della star di New York, introdotta da sticks a metronomo che aumentano gradualmente di volume e danno il ritmo ai cinque monitor “no signal” disposti sul palco; ma all’improvviso entra la band all’interno della quale non c’è più (ormai da tempo) la forza di Cindy Blackman, sostituita dall’ottimo Franklin Vanderbilt.
La potenza della batteria acrilica si fa sentire subito con Freedom train, traccia rock del 1989 che ancora oggi mantiente lo stesso impatto; l’enfasi non cala ed anzi aumenta con l’ultimo singolo Bring It On. Con il brano pop degli anni ‘90 It Ain’t Over Til It’s Over Lenny sfodera quelle mosse e quegli sguardi ammiccanti che lo hanno reso uno dei sex symbol più famosi del mondo (d’altronde anche questo fa parte dello spettacolo).
Ma, per ricordarci che Lenny Kravitz non è solo questo, torna alla carica impugnando la chitarra e suonando le potentissime Where Are We Runnin’ e Flower Child, dove si fanno sentire le voci del batterista e di un ottimo Craig Ross, poliedrico e talentuoso chitarrista che nell’arco di tutto il live sfornerà almeno cinque solisti di elevata difficoltà.
Il concerto sembra scorrere via anche troppo velocemente e, dopo le due fantastiche ballate I Belong to You e Believe, Lenny si prende una piccola pausa con Dancing ‘til Dawn lasciando spazio ad un lungo solista dei fiati e facendo riposare la sua voce, perfetta nell’esecuzione e nella interpretazione dei brani. Nel frattempo però sfrutta tutto lo spazio del palco per rivolgersi al pubblico intero, accompagna la band con la tastiera in pura trans agonistica, scende dal palco per incrociare le mani delle migliaia di fan e coglie l’occasione per intonare alcuni versi di Billie Jean in onore del re del pop Michael Jackson.
Fantastica e struggente I’ll Be Waiting dove Lenny Kravitz è totalmente in sintonia con il pianoforte da coda, suonato con tanta passione. La fase finale della ballata termina con due fasi: l’interazione costante con il pubblico intonando fino allo sfinimento I’m the one who really loves you, baby e il solista incandescente di Ross che con la sua Les Paul modello sunburst imita i movimenti dei “Guitar Hero” Hendrix e Slash.
Il primo encore dello show termina con Lenny Kravitz che si cimenta nella fotografia prendendo come soggetto le fan accatastate sulle transenne, promettendo loro uno spazio sul facebook personale.
La seconda parte è un’ondata di rock puro e persuasivo: Always On the Run, American Woman e Fly Away fanno esplodere Piazza Napoleone in un vortice di ritmo e movimento, saltando, ballando e battendo le mani fino all’ultimo istante.
La band esce nuovamente dallo stage e lo spettacolo potrebbe finire anche qui… invece no, il terzo encore comincia con Let Love Rule dove il newyorchese cerca ancora una volta il filo conduttore con il pubblico incitandolo a seguire ogni suo tono vocale.
Chiude in bellezza intonando la sua flying-V a ritmo di Are You Gonna Go My Way dove riesce a far scatenare l’anima di tutti i suoi fan, ampiamente soddisfatti dopo quasi 2 ore di rock e puro divertimento, e dopo aver ricevuto tanta carica da un’artista che sinceramente non sembra davvero dimostrare i suoi 45 anni, nonostante qualche pausa davvero lunga utilizzata per far riposare le sue straordinarie corde vocali.
Setlist
Freedom train
Bring it on
It ain’t over til it’s over
Where are we runnin’
Flower child
I belong to you
Believe
Dancing ‘til dawn
I’ll be waiting
Always on the run
American woman
Fly away
Let love rule
Are you gonna go my way
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