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Le luci della centrale elettrica: Costellazioni

Tra Milano e l'Emilia, tra mondi onirici e piccoli episodi quotidiani, tra introspezione e tangibili realtà ci sono... Costellazioni. E proprio qui, in un luogo a distanza siderale ma incredibilmente vicino, ci porta Vasco Brondi alias Le luci della centrale elettrica con il suo terzo album

Le luci della centrale elettrica

Costellazioni

(Cara Catastrofe)

canzone d’autore

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Le luci della centrale elettrica- CostellazioniTra Milano e l’Emilia, tra mondi onirici e piccoli episodi quotidiani, tra introspezione e tangibili realtà ci sono… Costellazioni.

E proprio qui, in un luogo a distanza siderale ma incredibilmente vicino ci porta Vasco Brondi alias Le luci della centrale elettrica con il suo terzo album dal titolo Costellazioni.

Costellazioni è l’album che segna il balzo in avanti de Le luci della centrale elettrica, è l’album che segna la raggiunta maturità artistica: dove l’urgenza comunicativa aveva sempre dominato tutto si aprono qui invece nuovi orizzonti, nuove sperimentazioni, nuovi processi creativi.

C’è il Vasco barista in provincia, ci sono i solitari ascolti di cantautori italiani, Smiths e Sonic Youth (non a caso la traccia 5 si intitola proprio Sonic Youth), ci sono i mesi di nomadismo in furgone nei due tour che lo hanno portato in giro per lo stivale.

E chi l’avrebbe mai detto, c’è pure l’elettronica che secondo Vasco è un suono che ormai ci è familiare, è diventato un “beat delle nostre anime”.

Tutti questi spunti si fondono in Costellazioni facendone una summa organica e coerente di chi e cosa sia Le luci della centrale elettrica oggi.

Le parole sono sempre state il punto focale della poetica di Vasco Brondi: in ognuno dei 15 brani dell’album piccole storie vengono evocate con un linguaggio quasi pittorico e una narrazione immediata che arriva dritta al cuore. Ciò che viene raccontato, nonostante il clima sia sempre e comunque onirico, nebbioso, evanescente, ci arriva prima di quanto non ci arrivassero le storie scritte nei precedenti album.

La bella copertina realizzata da Gianluigi Toccafondo con quella che Vasco dice essere “una madonna con il rossetto che assomiglia a una nazione”, ci introduce subito e con grande efficacia nel clima intimistico evocato fin dall’inizio di La terra, l’Emilia, la luna con i grilli in sottofondo. L’intimismo è qualcosa di costitutivo di Costellazioni, la cui produzione viene fatta insieme all’amico Fede Dragogna (chitarrista e paroliere dei Ministri) tra i loro appartamenti milanesi e le più disparate città. Oltre alla cooperazione con Fede c’è anche quella con Giorgio Canali nell’intensa ballata Le ragazze stanno bene.

I destini generali, primo singolo estratto dall’album, è un pezzo spensierato che fa venir voglia di ballare proprio come la ragazza nel video della canzone.

In I Sonic Youth conosciamo la voce di Vasco cantare, accompagnato dal pianoforte. Questo è il brano più cantato in assoluto di tutta la produzione brondiana e l’esperimento riesce. Siccome Costellazioni è un album equilibrato in cui tutto è ben dosato, a questo pezzo non poteva che susseguirsi Firmamento: il pezzo più punk e urlato.

Suggestioni orientaleggianti vengono suggerite da ritmica e armonia di Una cosa spirituale. Ti vendi bene tu è invece il pezzo in cui si riversa la maggior parte dell’elettronica.

L’apice di intensità emozionale di Costellazioni è Padre nostro dei satelliti, preghiera cantata al Dio dei nostri tempi tra internet, youtube e foto digitali.

Nell’opinione di chi scrive Costellazioni è l’album più esplicativo della personalità dell’autore e della sua originalità.

Costellazioni è quel “poteva fare di più” che certa critica aveva detto dei precedenti due lavori.

Vasco Brondi ci ha regalato quello che ci serviva agli inizi del 2014: più ottimismo e meno lacerante disperazione, un antidoto al qualunquismo e all’indifferenza cui ci siamo assuefatti.

Guardando ora con queste Luci della centrale elettrica si può tirare un respiro di sollievo: sprazzi di futuro nel proseguire di questi anni zero!

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