Le luci della centrale elettrica
OGR, Torino, 08 dicembre 2018
live report
____________________
Di recente mi è capitato di pensare a quando è ‘esploso’ (se è corretto usare questo termine) il fenomeno Le luci della centrale elettrica: pagine e pagine di riviste musicali nelle quali gli esperti del settore si chiedevano se fosse o meno consono definire artista quel ragazzo che sul palco non era di certo l’emblema del bel canto e nelle sue liriche proponeva immagini quantomeno punk e fuori dagli schemi.
Beh, basta dare uno sguardo all’odierno panorama musicale italiano per capire come dieci anni siano più che sufficienti a stravolgere l’intera concezione delle parole musica e artista. Gruppi come Offlaga Disco Pax e Massimo Volume erano considerati degli outsider per il tipo di performance che proponevano; adesso, l’autotune fa veri e propri miracoli.
Nonostante gli iniziali dubbi sulle possibilità di riuscita di Vasco Brondi, il progetto Le luci della centrale elettrica in questo decennio ha goduto di grande fortuna, regalandoci un cantautore profondo e innovativo, apprezzato da molti, capace di mettersi in gioco ogni volta e abbastanza coraggioso (e onesto) da sapere quando è ora di chiudere con qualcosa che in un certo senso non gli appartiene più. Ecco quindi che con l’uscita di 2008-2018 Tra la via Emilia e la via Lattea, raccolta di pezzi dal vivo e in studio riarrangiati, Vasco fa il punto della situazione sulla sua carriera e saluta Le luci e il suo pubblico con un tour nei teatri quasi tutto sold out, una festa dove musica e parole si fondono con ricordi, poesia e danza.
Al posto di un più convenzionale teatro vengono scelte le OGR per la tappa torinese di questa tournée di addio. Forse perché proprio qui era nato nella primavera scorsa il primo abbozzo di questo live. Dopo il breve set di Effe Punto, verso le 21.15 sale sul palco Vasco Brondi accompagnato dall’amico di sempre Rodrigo d’Erasmo e da altri volti abbastanza noti, come Gabriele Lazzarotti al basso, Andrea Faccioli alle chitarre, Daniela Savoldi al violoncello e Anselmo Luisi alle percussioni.
L’apertura è affidata a Coprifuoco. In sequenza, si alternano canzoni, racconti (di cui uno proprio sull’origine del nome Le luci della centrale elettrica), poesie. Sembra di essere tra amici, anche se la sala è gremita in ogni posto. C’è un non so che di intimo nel legame che si crea tra chi è on stage e ci regala un pezzo della sua vita e noi, che quasi non osiamo cantare, rapiti dai nuovi arrangiamenti adottati non solo nell’album, che regalano una veste inedita e incantevole, tra le tante, a Un bar sulla via Lattea e Macbeth nella nebbia.
Trovano posto in scaletta, oltre ai grandi e irrinunciabili classici (40 km, Quando tornerai dall’estero, Cara catastrofe) anche una cover, Amandoti dei CCCP e pezzi di un passato ormai lontano (Per combattere l’acne e La gigantesca scritta Coop). L’altalena di emozioni raggiunge il climax sul finale, con Stelle marine, Chakra e A forma di fulmine, accompagnati dalle ipnotiche coreografie di una danzatrice.
Spazio agli encore, con Piromani, Mistica (il singolo uscito per promuovere la raccolta), Nel profondo Veneto e un ludico quanto apprezzatissimo finale unplugged con tutti i musicisti seduti sul proscenio a intonare Questo scontro tranquillo.
Al termine di queste quasi due ore di concerto, durante le quali risate e commozione si sono alternate in egual misura tra il pubblico, ho ripensato a quanto rumore per nulla si era fatto sul valore artistico di Vasco Brondi. Dopo 10 anni sono le sue canzoni a parlare, il fatto che sia considerato uno dei pochi artisti destinato a durare nel tempo. Tutto il resto lascia il tempo che trova, compresi i dischi d’oro vinti ancora prima di pubblicarlo, un disco vero. Adesso non ci resta altro che aspettare la prossima mossa, con un nome o con un altro. Perché quel che è certo è che sentiremo ancora parlare di quel ragazzo con la chitarra e il computer.
Setlist
- Coprifuoco
- Qui
- Le ragazze stanno bene
- I destini generali
- Un bar sulla via Lattea
- Moscerini
- Macbeth nella nebbia
- Quando tornerai dall’estero
- Amandoti (CCCP)
- Cara catastrofe
- Waltz degli scafisti
- 40 km
- C’eravamo abbastanza amati
- La gigantesca scritta Coop
- Per combattere l’acne
- La Terra, l’Emilia, la Luna
- Ti vendi bene tu
- Stelle marine
- Chakra
- A forma di fulmine
Encore:
- Piromani
- Mistica
- Nel profondo Veneto
- Questo scontro tranquillo (unplugged)
Gli ultimi articoli di Simona Fusetta
- Malice K: recensione di Avanti - November 11th, 2024
- Fantastic Negrito: Son Of A Broken Man - November 6th, 2024
- The Armoires: recensione di Octoberland - October 11th, 2024
- The Loyal Cheaters: recensione di And All Hell Broke Loose - September 6th, 2024
- La Tempesta Gentile: recensione di LTG - August 30th, 2024