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Le BelvE: Raise

Raise è l’album di esordio de Le BelvE, un duo indie rock chitarra, percussioni e voce che, attraverso le sonorità ricercate di 6 brani, ci incammina in un viaggio trascendentale e suggestivo

Le BelvE

Raise

indie rock

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Le BelvE- RaiseLe BelvE, con la E finale maiuscola, sono un duo indie rock formatosi nel 2014 e Raise è il loro primo album.

Cosa significa Raise ce lo spiegano loro, “crescita” certo, ma anche, nel dialetto delle colline calcaree che caratterizzano la loro terra, “radici”.

Il primo pezzo, Viareggio, ci accoglie con una ritmica afro sormontata da una chitarra spagnoleggiante che si aprono in una melodia lacerata che esprime il suo meglio in “profumo di narcisi, dalie e fiordalisi, la radice dei sorrisi che colori ha?”.

E il legame alla terra natia sembra essere davvero sincero, ci spiegano infatti che la loro è una “Musica tratteggiata da elementi urbani e bucolici, dai minerali e dai fiori, dalla giovinezza e dal mistero”.

Elementi basici, quindi, ma in qualche modo in contrasto tra loro. Un contrasto che però non crea rigetto ma anzi, al contrario, una comunione prolifica.

“Su questi elementi, una bestia dorme nascosta, un arbusto da frutto cresce”.

Francesco Tapparo (chitarra e voce) e Leonardo Ferrari (percussioni), giurano che la loro crescita è stata caratterizzata da prove, concerti, duro lavoro e strimpellate ai lati della strada.

Pills è molto rilassante, ha l’andamento dolce di una nenia che ti culla accompagnandoti verso l’oblio.

La successiva Iridei, nel bilanciamento perfetto tipico di tutte le set list, rialza sensibilmente i ritmi e anche le sonorità si fanno più rock e caratterizzate da una chitarra distorta.

Venerdì è un brano quasi liquido che potrebbe essere, “tra le cosce di un curioso venerdì”, la colonna sonora di un viaggio psichedelico fatto rimanendosene comodamente stravaccati sulla panca umida e nebbiosa di un hammam, aliena navicella cosmica tombata all’interno di un anonimo portone su un trafficatissimo e complessissimo viale cittadino. Una collocazione che, sia per il conflitto fisico che per quello mentale e di status, collima con lo spirito di questo album, chiuso da 007 e Ashuak, altri due brani che proseguono un thread ben delineato.

Raise è un buon inizio, un seme per le loro “anime ingenue” che, nelle ambizioni, darà vita a una pianta rigogliosa che sprigionerà tanti polloni disegnando un giardino ricco di agrumi saporiti e frutti di bosco colorati. E’ un album per chi ha voglia di sognare, di trascendere, di perdere di vista il mondo per una mezz’oretta.

 

 

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