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Lastanzadigreta: la recensione di Macchine inutili

13 storie ironiche e delicate nel secondo album del collettivo Lastanzadigreta, suonato con strumenti giocosi e recuperati nei mercatini delle pulci. Macchine inutili è un disco che parla di amore, di lavoro, di Resistenza, dell’arte di inventare storie per ripensare il mondo.

Lastanzadigreta

Macchine inutili

(La Contorsionista / Sciopero Records)

pop, canzone d’autore

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lastanzadigreta-macchine-inutili-recensioneLastanzadigreta è un collettivo musicale di Torino attivo dal 2009 che pubblica il secondo album Macchine Inutili proseguendo la personale filosofia giocosa e creativa spiegata nel loro Manifesto con l’idea di “suonare qualsiasi oggetto recuperato e modificato insieme a strumenti strani dimenticati in qualche soffitta”, volgendo il proprio songwriting in una direzione più matura e un pop elettroacustico, sostenuti dall’etichetta discografica di proprietà degli Yo Yo Mundi.

Il tema è suggerito dai disegni e dalle sculture che il grande artista milanese Bruno Munari aveva elaborato su macchinari non necessari alla produzione, che sfruttavano per esempio i movimenti d’aria senza un fine particolare, semplicemente scientifici e giocosi, come annunciato in Attenzione Attenzione con “la macchina conta, ma non ha ragione” ispirata da una poesia dello stesso Munari, e le due parti di Macchine Inutili che cantano  “La macchina copula, stride e si accoppia”. E giocose sono le 13 canzoni di questo disco di cantautorato leggero che ci viene presentato a 4 anni dal debutto di Creature Selvagge, album riconosciuto come miglior opera prima al Tenco.

Per questo disco i Lastanzadigreta hanno suonato diversi strumenti, anche più improbabili, impreziositi da archi e fiati suonati dalla Filarmonica del Teatro Regio di Torino: “Giocattoli sonori, oggetti rumorosi e vecchi strumenti raccolti per pochi euro ai mercatini delle pulci, curati e assemblati in nuove configurazioni con l’obiettivo di ricercare suoni sempre nuovi e insoliti. Una Wunderkammer di bizzarrie acustiche che include spazzole, tubi in pvc, macchine da scrivere, racchette da tennis, bidoni industriali e batterie di pentole, accanto a strumenti più classici come chitarra e pianoforte e altri meno comuni come marimba, banjolino, Farfisa, cigarbox, theremin, vecchi armonium, vibraphonette e seghe musicali”, descrivono nella loro presentazione.

Le 13 storie illustrano il mondo del lavoro come in Canzone d’amore e di contributi, evidenziando i problemi occupazionali e i contratti interinali che hanno creato insicurezza nelle nuove generazioni, una catena di montaggio umana in cui noi, piccoli Cavallini al galoppo produttivo, sogniamo intanto di ritagliarci del tempo da passare con i propri cari e andare a vedere il mare o aurore boreali. C’è poi Greta e la Nuvola che è una canzone improvvisata negli anni durante i loro concerti ma rimasta inedita, e anche qui viene suonata “da capo”, ritratti su palloni gonfiati (Millantatore), e partigiani ricordati da Fenoglio (il Dario Scaglione detto Tarzan, fucilato dopo la battaglia di Valdivilla).

Altre tematiche come l’amore o l’arte sono avvolte in maniera ironica e leggera, altre ancora come Pesce Comune (pop sinfonico tra archi, synth e glockenspiel) e Fiori di Campo (che si rifà al pop elettro-acustico minimalista del musicista folk ameriano Sufjan Stevens) rivolgono l’attenzione all’ambiente, o si omaggia lo scrittore per l’infanzia Gianni Rodari in  Grammatica della fantasia con la sua “Mi servono poche cose: del pongo, un nonno, un gatto, un mezzo indovinello, una rana, un uccello” che gioca con marimba, kalimba, una rana di legno, un piano giocattolo e un paio di claviette, strumenti che ci riportano agli anni d’infanzia di introduzione alla musica.

Oltre all’attività live, il collettivo de LastanzadiGreta si è occupato anche di didattica, attività teatrali, colonne sonore (The Repairman, Ulysses – A Dark Odissey, Resistenza) rimanendo sempre attento ai temi dell’ambiente. Macchine Inutili è un album dai suoni tenui, con cantati a filastrocca semplici da ascoltare (simpatica SPID che gioca con gli acronimi “se verso PA fatturi su MEPA, occhio a CIG e PEC e SDI con indice IPA”, scritta da Gigi Giancursi, ex chitarrista dei Perturbazione), pieno di messaggi umili che chiedono nient’altro che salvare le piccole cose preziose costruite in questo mondo, partendo dai valori umani di rispetto per noi stessi e per l’ambiente che ci circonda.

Sito web : lastanzadigreta.com

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Luca Paisiello
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