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Land Lines: recensione disco omonimo

La band Land Lines è una continuazione del progetto di un gruppo di musicisti già attivi da 10 anni sotto il nome di Matson Jones. Col loro disco omonimo affrontano gli abusati territori dell'indie-folk

Land Lines

Land Lines

(Cd, Cash Cow Production)

indie folk, pop

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La band Land Lines è una continuazione del progetto di un gruppo di musicisti già attivi da 10 anni sotto il nome di Matson Jones. Provenienti dalle aride terre del Colorado, questo gruppo indie-folk è composto da soli tre membri: Martina Grbac (voce, violoncello, percussioni) Anna Mascorella (anche lei voce, violoncello, percussioni) e Ross Harada (batteria).

Primo album per l’etichetta Cash Cow Production, Land Lines vive di arrangiamenti essenziali, intrecci vocali e ritmi incalzanti.

Peccato però che i risultati siano per lo più scadenti, nonostante le più che buone doti canore delle due cantanti e la loro strumentazione nobile. Iniziando dalle voci, queste sono per tutto l’album noiose, monotone (Anniversary). La Garbac e la Mascorella sono dotate di una voce che non scava a fondo. Al contrario risulta fredda e quindi non impressiona per nulla: quando le doti vocali sono fine a se stesse perdono di interesse.

I ritmi sono sempre gli stessi e anzi quando rallentano, essendo già le voci tediose, i risultati sono pessimi (Crows, Vultures, Bulls). I brani presentano pochissimi sviluppi, e il risultato è questo: se all’inizio si prova un piacevole ipnotismo, alla lunga questa sensazione svanisce in (s)favore di una noia totale. E’ solitamente la mancanza di idee a generare queste percezioni, quando un brano non assume una forma precisa.

Le parti di violoncello sono suonate (a seconda del brano) o con l’archetto o pizzicando le corde a mo’ di chitarra: più che buone le prime (Vegas), male le seconde (Bomb Blast). L’effetto di queste ultime è ossessivo, ma si tratta di quell’ossessione non piacevole, solo annoiante.

E’ a metà disco che si trova il brano più convincente, New Year: è la prova migliore, e forse davvero l’unica sufficiente, complice il ritmo dettato dalla batteria.

Land Lines è un album incompiuto, lento e debole. Gli arrangiamenti scarni non aiutano, e al contrario affossano i brani. Le voci sono fredde e superficiali, limitandosi solo a “cantare” il brano e mai ad interpretarlo.

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