Lambstone
Higher Deeper
(Vrec Music Label)
alternative rock
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I Lambstone sono uno di quei gruppi italiani che ha uno zoccolo durissimo di fan “die hard” che è meglio non provocare mai.
A parte gli scherzi, la band tricolore sa il fatto suo e questo secondo lavoro fa capire come ci siano stati ampi progressi rispetto al buon esordio del 2017, dal titolo Hunters & Queens.
In questo Higher Deeper le sonorità risultano essere moderne e strizzano l’occhio verso la produzione tipica delle band d’oltreoceano come Disturbed, Godsmack e Alter Bridge. Pietro Foresti, che ha lavorato su questo disco in modo ineccepibile, ci ha messo chiaramente del suo, forte delle esperienze maturate in passato con gente tipo Korn o Asian Dub Foundation, tanto per citare qualche nome, e tutto questo, chiaramente, ha inciso in modo positivo sul risultato finale.
I cinque ragazzoni milanesi hanno dato origine a un pugno di canzoni interessanti, in cui si alternano momenti riflessivi, come la splendida Deep, ad altri più pesanti e intensi (Waste e Home sono brani che meritano più ascolti per la loro capacità di regalare le giuste sensazioni che si chiedono a chi vuole buona musica).
Ci sono, poi, all’interno di questo platter, alcune canzoni viaggianti come Rain e Falling che vengono esaltate dalla possente voce di Alex Di Bello, la cui ugola sembra essere un incrocio tra quella di Sully Erna dei Godsmack e David Draiman dei Disturbed.
A chiudere il tutto ci pensa una cover davvero inaspettata, ma emozionante. La band, infatti, si cimenta con un classico dei Terence Trant D’Arby, quale la storica Sign Your Name, attualizzandola e rendendola davvero una perla “alternativa” che farà sicuramente il suo bell’effetto quando sarà suonata in sede live.
Tirando le somme, possiamo tranquillamente affermare che i Lambstone sono una di quelle realtà italiane che hanno tutto per poter essere un buon fenomeno di esportazione, dal momento che dalla loro hanno canzoni di qualità, oltre al fatto di possedere una padronanza tecnica di tutto rispetto.
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