Lali Puna: Our Inventions

Dopo oltre mezza decade, i Lali Puna tornano con Our Inventions e lo fanno per cullarci con le loro ninnananne pulsanti di glitch analogici e digitali

Lali Puna

Our Inventions

(Cd, Morr Music)

indietronica

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Siamo ancora nei pressi di Monaco. La grigia ed avvolgente nebbia fa da cornice al clima cupo dell’inverno. Fa freddo, ma nel parco ci son tanti fiori colorati ed un tratto di luce che scalda l’atmosfera.

Dove eravamo rimasti? Più di cinque anni fa i Lali Puna pubblicavano Faking the Books, che apriva parzialmente a nuove influenze dream pop allargando, di fatto, il consenso di pubblico. E adesso con Our Inventions, la band ha definitivamente rallentato i ritmi.

L’ossessiva e talvolta fredda elettronica, fatta di sinth e vibrazioni glitch, adesso è ancora più dolce. Tutto scorre via che è un piacere, quasi un sussurro, grazie anche alla voce incantevole di Valerie Trebeljahr, un’esplosione di colori sensuali.

Già dal primo pezzo, Rest your Head, è subito chiaro deve andremo a parare. Indietronica dolce e vagamente dreamy, con i tipici inserti kraut tanto cari tanto alla Morr quanto a Markus Acher, che si divide tra i Lali Puna, i Notwist e i Tied & Tickled Trio.

Lasciarsi cullare dalla ninnananna e scaldare dalle pulsazioni analogiche è un vero piacere. La formula vincente, ricca di melodie vellutate e battiti elettronici, non è certamente una novità, ma poco importa. E basta ascoltare la semplicità di Safe Tomorrow per accorgersi che Le nostre Invenzioni non sono tali, ma forse è meglio così.

Insomma, i Lali Puna hanno puntato su quello, che probabilmente, gli riesce meglio: stupirci con piccolissime e colorate gemme in fiore poggiate sullo sfondo di un cupo palazzo di città.

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Vincenzo Riggio
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