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La Febbre del Venerdì 13: Messico

La Febbre del Venerdì 13: Messico. Ovvero, surf, chitarre, organetto, easy attitude, onde e devozione agli anni '60: una canzone per uscire vivi dall'estate.

La Febbre del Venerdì 13: Messico. Ovvero: surf, chitarre, organetto, easy attitude, onde e devozione agli anni ’60: una canzone per uscire vivi dall’estate.

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Messico è il nuovo singolo de La Febbre del Venerdì 13. Il brano è il secondo estratto dall’omonimo debutto del songwriter veneto Andrea Zucaro, uscito in digitale lo scorso maggio con distribuzione Lilium Produzioni.

Messico è un brano veloce, spontaneo, immediato, che va dritto al punto. E altrettanto lo è il videoclip: surf, chitarre, organetto, easy attitude, onde e devozione agli anni ’60, a ciò che è stato e non smetterà mai di essere padre di ogni sogno rock’n’roll. «Siamo figli delle mini blu / dei vinili e delle mini blu».

Messico è la sfida di far viaggiare parole italiane attraverso epoche e oceani lontani, ma presenti nel dna di ognuno di noi. È musica pop, è un classico, non inventa niente e non pretende niente, se non di essere ascoltato e di far tamburellare con le dita sul volante, sul giradischi o sul fottuto smartphone. E’ una canzone estiva per sopravvivere all’estate, anzi: per surfarci sopra.

Il brano è una delle tracce dall’esordio di Andrea intitolato semplicemente “La Febbre del Venerdì 13”: un disco da viaggio, un album da ascoltare in macchina mentre la strada scorre e la notte avvolge lasciando solo i neon dei distributori come comete-guida. Dieci canzoni surf-rock all’insegna di tre generazioni brit che si incontrano e mescolano in una visione della musica con l’autoradio a palla. Il suono per coprire con il volume le mille domande sul passato, sul presente e sul futuro che si affacciano nella testa per poi scomparire e tornare di nuovo nell’urgenza di chi scrive, suona e canta.

 

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