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Kozminski: Il primo giorno sulla terra

Il primo giorno sulla terra è il nuovo gioiellino dei Kozminski: la prima cosa da fare? Chiudere gli occhi e lasciarsi trasportare da un sound a tratti psichedelico, ottimi testi, atmosfere oniriche. Perché il rock d'autore suona bene anche in italiano

Kozminski

Il primo giorno sulla terra

(New Model Label)

rock psichedelico, indie rock

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[youtube id=”jOXyNTn14sk” width=”620″ height=”360″]

Kozminski- Il primo giorno sulla terraUn disco leggero, ben costruito, in cui testi cantautorali e melodie psichedeliche e rockeggianti convivono in ottimo modo. E’ Il primo giorno sulla terra, terzo lavoro dei Kozminski, band milanese della scena rock italiana uscito qualche giorno fa e disponibile in CD e DigitalDownload da New Model Label. Undici tracce da ascoltare tutto d’un fiato, magari in un viaggio in auto, con la complicità della notte.

Un disco che sembra un viaggio dei pensieri, notturno, oscuro, onirico, a tratti leggero e ritmato, ma legato da un filo conduttore sapientemente creato. A garanzia del prodotto, e mi si passi temporaneamente questo termine, vanno infatti citate le firme compositive, come Giuliano Dottori, cantautore e chitarrista degli Amor Fou, Andrea Mottadelli e Paolo Montinaro, con la collaborazione di Amerigo Verardi (Afterhours e Baustelle tra le collaborazioni).

Quel che emerge da questo scrigno di musica sono i testi, ben scritti e accompagnati dalle ottime melodie delle canzoni: la psichedelia del gruppo apre le danze (La Metà) per poi alternarsi tra leggerezza (Grand Hotel Il Castello), atmosfere eteree (La notte, Granularia) e chitarre scordate vagamente grunge (Aspettare il mattino). A completare il quadro anche il video di Granularia, un cartone animato degli anni ’50 cucito alla perfezione su una melodia che sembra fatta apposta (è il video in questa stessa pagina).

A degna chiusura del disco la ghost track, Il tramonto, delicata ed eterea, forse la più bella del disco che lascia quella soddisfazione tipica degli album con quel qualcosa in più.

Difficile comunque assegnare un genere univoco, molto meglio assaporarlo e ritrovarci, di volta in volta, qualcosa di nuovo: non sempre si ha questa fortuna, lunga vita ai Kozminski.

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Laura Cesaretto
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