Kode 9
Dj Kicks
(Cd, !K7)
dub-step, break beat, afro house, funky, grime
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Dopo alcuni anni di attività a corrente alternata, tra lo scorso anno e questo la !K7 si è scatenata con diverse Dj Kicks mixate da artisti sempre diversi!
Questo è il turno dello scozzese Kode9, già icona incontrastata del panorama dub-step e boss indiscusso della fortunata etichetta Hyperdub, ora al sesto anno di attività.
Ma Steve non è solamente uno dei più interessanti dj e producer della attuale scena del Regno Unito, ma anche un docente universitario a Warwick, uno studioso di post-modernismo, cultura rave e cibernetica.
Il suo background è di tutto rispetto, infatti comincia nei primissimi anni novanta a muovere i primi passi nella drum’n’bass e nella old school jungle, ma è anche attratto da dance hall e raggae.
Passo dopo passo inizia a plasmare il proprio suono, grazie a una ricerca che ricorda più il metodo di uno scienziato, che non quella di un dj produttore.
L’ultimo lavoro è il mixaggio di questo Dj Kicks, un distillato di Uk funky, 2 step, garage e grime, che è una frizzante istantanea dei suoi dj set più recenti.
La compilation si apre con la traccia di Lone’s: Once In a While, un saggio di pensiero elettronico del futuro, giusto per iniziare a scaldarsi. Poi troviamo un po’ di Uk garage con Cooly G: Phat Si, dove le percussioni sono al centro di tutto e che si completano solo con un basso imponente, quasi arrivasse direttamente dai sound system giamaicani. Sulla stessa falsa riga si può ascoltare Ikonica con Heston, oppure Scratcha Dva che propone Jelly Roll, tutti apprezzabili e in grado di rendere omaggio ai nostalgici della scena garage e funky di metà anni ’90.
Ma Kode9 è errante come un pellegrino e , proseguendo l’ascolto, non è difficile rendersi conto di come il suono varia sia genere che tematiche!
Infatti troviamo influenze latine nei brani di Sticky feat. Natalie Storm: Look Pon Me e Jumeirah Riddim Sequel, dai toni spiccatamente dance hall. Nemmeno si può omettere la traccia che Goodman ha realizzato in esclusiva per Dj Kicks: You Don’t Wash (Dub). Impressiona per la fluidità delle ritmiche, quasi fosse un esercizio 2 step.
E non è tutto, Steve si muove bene anche in territori sonori non proprio a lui affini, riuscendoci a meraviglia, come dimostrano Zombie e Terror Danjah.
Complessivamente il lavoro è ampio, variegato e difficile da cogliere. Tante influenze e miscele non tolgono fascino a questa Dj Kicks, ma confermano che il futuro non è per tutti, solo per i più coraggiosi!
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