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Kazemijazi: recensione di New Alien

New Alien, il nuovo lavoro in studio dell’artista italo-iraniano-britannico Kazemijazi, ci porta in viaggio tra luoghi, atmosfere e sonorità diverse, senza però farci mai sentire degli alieni.

Kazemijazi

New Alien

elettronica, pop, indie

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A pochi mesi di distanza da Music for blind people, esce New Alien, nuovo album in studio di Kazemijazi. In realtà le tracce sono nate tutte insieme durante l’anno scorso, ma poi il cantante italo-iraniano-britannico si è reso conto di avere a disposizione materiale per due dischi. Le canzoni rimaste fuori dalla prima scaletta, più diretta, erano perfette per la seconda release, che si preannunciava più semplice e asciutta.

New Alien è un viaggio tra suoni e suggestioni diverse, che spazia dal pop all’elettronica in tutte le sue declinazioni, squisitamente vintage e a tratti persino industrial. Le sonorità di perdono a cavallo dei decenni, sconfinando nei luoghi dell’infanzia, mentre la voce a tratti sembra riportarci indietro ai brani della tradizione inglese del secolo scorso.

I testi parlano della sensazione di isolamento, frutto della propria esperienza personale, e guardano a un mondo nel quale sia possibile esprimere la propria identità anche quando questa è diversa da quella degli altri.

New Alien è la perfetta sintesi di Kazemijazi; in esso prendono forma la sua visione della musica (un mix delle influenze che hanno costellato la sua vita) e trovano espressione le sue osservazioni per il futuro. Un flusso omogeneo, ma al contempo inaspettato e incalzante di emozioni, note e suggestioni.

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Simona Fusetta
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