Justin Carrie
The Great War
(Cd, Rykodisc)
pop, rock
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Un tempo c’era un etichetta, un modo di definire un genere musicale, che mi ha sempre creato delle perplessità: easy listening. Cosa significa? Di facile ascolto, cioè, che metto il disco sul piatto e che immediatamente capisco tutto? O che non ho bisogno di essere un melomane, o un maestro di conservatorio per aver accesso alle chiavi di lettura della musica riprodotta? Oppure che è una musica che si ascolta mentre si fanno le faccende di casa?
Ancora non l’ho capito, però è un’etichetta che, secondo me, ben si addice all’ultima fatica di Justin Currie, componente e leader dei Del Amitri, un gruppo scozzese, con il suono meno scozzese della storia della musica, così come poco scozzesi sono i suoni del secondo album solista, The Great War, di Justin Currie.
Nel suo caso, l’easy listening è evidente, si capisce subito cosa ci raccontano le canzoni, piccoli film e piccole colonne sonore di storie d’amore e di relazioni con alto livello di conflittualità, tante piccole battaglie che nell’insieme creano una più grande guerra.
La melodia fa da padrona in tutto il disco, sia nel formato ballata (The Fight to Be Human) che nella più classica canzone (A Man With Nothing to Do o Ready to Be). I suoni sono molto americani, tendenti all’epico, ma senza raggiungere un grado tale di epicità da poter diventare episodi chiave della storia del rock.
Un disco che piacerà a molti, a tanti, a tutti coloro ai quali piacciono le grandi e travagliate storie d’amore con happy ending: scena conclusiva, gli amanti che si allontanano abbracciati nel tramonto, mentre le loro figure si fondono con la luce arancione del sole.
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