Julian Casablancas
Phrazes For The Young
(Cd, Rca)
indie-rock
________________
Dopo i progetti di Albert Hammond Jr. (solista), di Nikolai Fraiture (Nickel Eye) e Fabrizio Moretti (Little Joy), ecco arrivare il progetto solista di Julian Casablancas, lead vocals degli Strokes. Formati nel 1998 a New York City, The Strokes non hanno certo bisogno di presentazioni nel mondo di quell’indie rock spruzzato di una buona dose di revival garage rock. Per i neofiti del genere invece sarà utile prima dell’ascolto di questo cd andare a scoprire il primo album della band in questione Is This it risalente al 2001 e seguito poi dai meno acclamati Room On Fire del 2003 e First Impression Of Earth del 2006.
Figlio di John Casablancas, fondatore della Elite Modeling Agency, e di Jeanette Christensen, ex miss Danimarca, Julian si è sempre contraddistinto per una notevole attitudine glam. Con questo album d’esordio a livello solista, riprende a grandi linee le sonorità che hanno contraddistinto The Strokes, arricchendole però di alcune venature pop anni ’80.
L’apertura di questo Phrazes For The Young è affidata ad Out Of The Blue: brano che ricorda parecchio Someday dell’esordio degli Strokes e che si distingue per un riff di chitarra ripetitivo e per un testo cupo e mortificato nel quale spicca la frase “Yes, I know I’m going to hell in a leather jacket/But at least I’ll be in another world while you’re pissing on my casket” che ben esemplifica l’idea di un cuore a pezzi.
Al seguito di questa prima traccia troviamo Left & Right In The Dark, un tripudio di synth ed handclaps con un ritornello che si imprime a caldo nella mente.
Terzo brano è il primo singolo estratto 11th Dimension, un pezzo spiazzante di pura disco music anni’80, potrebbe benissimo figurare fra il repertorio degli Human League. Pop comunque di notevole fattura. 4 Chords Of The Apocalypse, uno dei brani migliori dell’album pesca direttamente dal soul anni ’60 e si differenzia dal resto del cd grazie ad una grande prestazione vocale di Julian.
Ludlow Street è perfettamente in linea con la via citata nel titolo che si trova nel Lower East Side di New York City. Zona di artisti, ricca di influenze culturali ed artistiche provenienti da ogni dove. E infatti il brano è una ballatona country tinta di elettronico e di atmosfere orientali. Efficace !
River of Brakelights è caratterizzata invece da atmosfere industrial, non di facile presa ma una volta assimilata le si riconosce un ruolo di vertice nell’album. Glass è probabilmente il brano meno riuscito dell’album, sognante ma troppo lungo e monotono.
Chiusura in grande stile con il brano migliore. Tourist rapisce fin dal primo ascolto con una base trip hop degna dei migliori Massive Attack, resa ancora più accattivante da un giro di chitarra ipnotico ed ossessivo dove si insinua il cantato ammaliante di Julian.
Un album tutto sommato di buon livello compositivo ed interpretativo che rischia però di deludere lo zoccolo duro di fans degli Strokes che si aspettavano probabilmente qualcosa di maggiormente tirato ed energico. Le fans di Julian ( Julianettes!?!?!? ) invece resteranno letteralmente estasiate da un album molto carismatico.
www.juliancasablancas.com
www.myspace.com/juliancasablancas
Gli ultimi articoli di Fabio Busi
- swan·seas: recensione di Songs In The Key Of Blue - June 26th, 2024
- Intervista ai Coach Party - June 15th, 2024
- Tanks And Tears: recensione di Timewave - May 27th, 2024
- Coach Party, recensione del concerto al Covo Club, Bologna, 17 maggio 2024 - May 22nd, 2024
- Intervista ai The Clockworks - April 26th, 2024