Jonathan Richman
¿A Que Venimos Sino A Caer?
(Cd, Munster)
indie-folk
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E’ facile immaginarlo al bancone di un bar di Tarifa, intento a cogliere movimenti, atteggiamenti e sfumature comportamentali di perfetti sconosciuti, per poi introiettarli, rielaborarli e renderle al mondo esterno sottoforma di musica, un musica da menestrello stralunato e intimista. Ebbro di romanticismo e flamenco, Jonathan Richman crea un album intriso di Castiglia, deviato linguisticamente verso una sorta di esperanto che sfocia nel non-sense.
Una riflessione sul senso ultimo della vita è la seriosa apertura dell’album ¿A Que Venimos Sino A Caer? (perchè veniamo al mondo, se non per morire?), i cui toni sono decisamente smorzati dalla leggerezza della musica flamencheggiante e dall’interpretazione vocale di Richman che lascia volare via il brano grazie alla sua tipica intonazione ironica.
Es Como El Pan è un altro brano in lingua iberica e chitarra spagnola, un inno alla semplicità e alla positività, punteggiato da incursioni anglofone, mentre Vampiresa Mujer è una calda e allucinata storia d’amore fatta di rituali e sensualità. Suonano quasi come un jingle pubblicitario i due minuti abbondanti della cantilena Celestial, un languido quanto spensierato siparietto cantato in inglese e spagnolo; in Le Printemps Des Amoureux Est Venu la lingua romantica per eccellenza è destinata ad una melanconica canzone d’amore, in netto contrasto con la successiva Così Veloce, una filastrocca sambeggiante in improbabile italiano con coinvolgente accento inglese; stesso discorso per In Che Mondo Viviamo, un altrettanto allegro, quasi carnevalesco, brano al limite con il non-sense. Dopo il francese Silence Alors, Silence in cui è ancora l’amore la tematica centrale, ci troviamo di fronte alla prima (ed unica) canzone cantata interamente in inglese, My Baby Loves Loves Loves Me, decisamente la più orecchiabile dell’album.
Il cantato si mescola con il parlato in Ha Muerto La Rosa, decadente sia per il testo che per la musica composta solo dalle note della chitarra e di una fisarmonica che sembra accompagnare quella rosa dritta dritta nella sua tomba.
Questo bizzarro e sghembo lavoro dell’ex leader dei Modern Lovers si inserisce bene sulla linea di quella che è stata la sua produzione solista dallo scioglimento dei Modern Lover nel 1979, una serie di album intimisti e autonomi, lontani dagli standard delle major discografiche e dall’omologazione. Quindi vale forse la pena di fermarsi qualche minuto ed entrare nel suo mondo improbabile, fatto di romanticismo e sentimento, e magari finire con l’utilizzare ¿A Que Venimos Sino A Caer? come stravagante colonna sonora per momenti romantici.
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