Jet Set Roger
Piccoli Uomini Crescono
(Cd, Kandinsky Records)
rock
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Anarchico e sciantoso, con un debole per i travestimenti e un amore incondizionato per il pianoforte, Jet Set Roger, ovvero Roger Rossini, nato a Londra ma residente da sempre a Brescia è uno dei cantautori più folli e kitsch in circolazione. Piccoli Uomini Crescono è il suo quarto disco (il secondo, a dire il vero, visto che gli altri sono Ep o album di cover), ed è un concentrato puro di bizzarrie ed eccentricità.
Grazie alla collaborazione con musicisti di ogni genere, quasi tutti appartenenti alla scena musicale bresciana, le dodici canzoni del disco sono un patchwork di contaminazioni , legate insieme dal pianoforte, che, come un letiv-motiv, percorre tutte le canzoni, assumendo ora un’inflessione quasi medioevale ( Ti Avvelenerò), ora un groove cabarettistico e swing (Jet Set Society, rafforzata anche da coretti retro e schiocchi di dita), ora un andamento afflitto e commosso (come nelle ballate L’Avresti Mai Detto, Non Mi Ricordo Più e Non Ci Voglio Più Pensare), per arrivare infine a sonorità vintage anni Sessanta (La Strega).
Questo camaleontico pianoforte fa da sostegno a testi ironici e divertiti, visto che Roger Rossini è uno a cui non piace prendersi troppo sul serio. Ed ecco che la voce impertinente di Jet Set Roger si modula in motivetti sarcasticamente zuccherosi, come in Tuo Fratello È Psicopatico, un brano stralunato e semplice alla Ivan Graziani, corroborato da schitarrate graffianti e da uno scanzonato riff di synth, oppure in Buttati Battista, un curioso mix tra reggae e rock e un ritornello che sembra una filastrocca. Ciò non toglie che il disco si chiuda con una venatura intimista e riflessiva: la conclusiva La Vita Senza Pepe è un brano spoglio, solo Roger Rossini con il suo piano e la sua voce che canta sommessamente un testo di una dolcezza inaspettata.
Piccoli Uomini Crescono è un ottimo esempio di come, esagerando e facendo esattamente quello che ti passa per la testa, possa uscire un lavoro genuino e variopinto, piacevole all’orecchio e assolutamente godibile. Nell’indie italiano ci voleva un tocco di sana follia; e questa, a Jet Set Roger, sicuramente non manca.
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