Jet Set Roger and the Reindeers
It’s Christmas in the Jet Set
(Cd, Casa Molloy/Snowdonia/Minuta/Audioglobe, 2008)
rock
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Immaginatevi un musicista un po’ pazzo ed eccentrico come Jet Set Roger, con il glam rock nel cuore e quindi con una spiccata somiglianza estetica con Marc Bolan. Mettetelo davanti a un pianoforte e lasciategli interpretare a suo piacimento delle canzoni di Natale, quelle che avete nell’orecchio fin dall’ infanzia, quelle che vi fanno subito venire la lacrimuccia all’occhio perché sentendole capite che stanno arrivando la neve, i doni, gli abeti. Cosa potrebbe venir fuori? Avrebbe potuto essere un disastro: una personalità importante come quella di Jet Set Roger poteva stravolgere questi brani, dilaniarli, snaturarli. Per fortuna, questo non è successo: Jet Set Roger ha avuto l’intelligenza di convogliare la sua eccentricità e la sua debordante creatività nella giusta traiettoria, reinterpretando le canzoni in modo originalissimo, ma mantenendo lo spirito di fondo. In questo modo è nato un disco sorprendente e affascinante, nella sua stravaganza.
I brani contenuti in It’s Christmas in the Jet Set possono essere ricollegati a due aree musicali: quella delle Christmas Carols, canzoni di Natale inglesi nate nel Medioevo e ancora molto cantate nell’Ottocento, e le Christmas Songs, brani natalizi americani degli anni Trenta, un po’ jazz, un po’ swing, un po’ cabaret.
Due poli opposti, insomma. Da una parte, brani come Deck The Halls, God Rest Ye Merry Gentleman e Greensleeves, dai toni medioevaleggianti e intrisi di una cupezza di fondo, accentuata dalla voce cavernosa e vagamente spiritata di Jet Set Roger, il tutto immerso in un’atmosfera fiabesca e irreale. E subito ti viene voglia di andare a rileggere un libro di Charles Dickens. Dall’altra parte abbiamo l’elegante allegria e lo svago composto dei brani spettacolari eseguiti sui grandi palchi di New York, in mezzo a cappelli a cilindro e abiti di pailettes (Rudolph the Red Nosed Reindeer, resa personalissima da una sbandata di rock, che la rende così morbosa e sbrindellata da essere accostabile alle Murder Ballads di Nick Cave, Santa Claus is Coming To Town e Jingle Bell Rock). Tra tutti i brani, spiccano particolarmente Joy to The World e It’s Christmas in the Jet Set, l’unico inedito che regala al disco un tocco di pungente ironia ( il testo parla di crisi economica e della fine dello yuppismo).
Due anime diverse del Natale, perfettamente complementari tra di loro e ben amalgamate grazie alla penetrante capacità di interpretazione e reinvenzione di Jet Set Roger e dei suoi musicisti. E con It’s Christmas in the Jet Set sarà un Natale eccentrico ed anomalo, abitato dai fantasmi di Dickens, dall’ oscurità di Nick Cave e dai lustrini di Broadway.
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