Impegnata nel sociale, attiva nella musica a 360°, attraversa l’etera in radio e in tv: è l’eclettica Ketty Passa, che con i Toxic Tuna s’appresta ad essere una delle protagoniste della prossima estate pop.
Ciao Ketty e benvenuta sulle pagine di RockShock.
Dai microfoni e dalle telecamere di DeeJay Tv e RadioPopolare ai microfoni di uno studio di registrazione: il passo è stato lungo o breve?
Ciao a tutti voi e grazie per lo spazio che mi dedicate!
Il passaggio dalle telecamere ai microfoni dello studio di registrazione è stato immediato, data la mia versatilità, più lungo è stato invece arrivare ad essere riconosciuta come cantante professionista, che si differenza nettamente delle altre mansioni in cui basta mettere la faccia in video una volta o la propria voce in un palinsesto per essere riconosciuta dai più.
Oggi la vera sfida sta nell’essere riconosciuta come cantante senza far parte di meccanismi mediatici, tra cui i talent dedicati alla musica, che ammazzano totalmente l’approccio artistico per mettere tutti in un calderone mediatico, dove gente tutta uguale scrive musica tutta uguale.
D’altronde, nell’epoca di decadenza in cui siamo stati catapultati, non serve puntare sui contenuti che facciano pensare bensì sull’apparire e sull’apparenza, che non distano poi molto.
E’ appena uscito #CANTAKETTYPASSA, con i tuoi Toxic Tuna. E’ un disco pop che si “traveste” di reggae o un disco reggae che porta questo genere verso il pop?
In #CANTAKETTYPASSA il reggae, il pop, lo swing, il funky e il jazz si uniscono e mescolano in continuazione, per dare un movimento all’approccio melodico di un disco molto coerente nei testi, soprattutto per la malinconia che trasmette.
I testi dell’album parlano d’amore e delle delusioni che produce, ma sempre con tanta ironia. E’ la stessa ironia con cui affronti la tua vita e il tuo lavoro?
Esatto, è la stessa ironia che cerco di tenere sempre in pole position nella mia vita. Questa volta però sulla bilancia ha pesato leggermente di più l’esternazione di un malessere, senza la preoccupazione di un eventuale giudizio da parte del mondo.
Mettendomi in gioco ho scoperto che si può essere sinceri anche senza essere drammatici, come molto spesso accade dentro di noi, ma lasciandosi trascinare da quella nota di positività che aiuta sempre a ricordarci che preoccupandosi non si risolve nulla e che c’è sempre un buon motivo per sorridere.
Preferiresti che il tuo album sia più ascoltato con attenzione o più come uno strumento di divertimento, da ballare, o magari la colonna sonora che fuoriesce dai jukebox (esistono ancora?) degli stabilimenti balneari della prossima stagione estiva?
Mi piacerebbe che il mio album fosse scelto come colonna sonora di un jukebox, di un bus contenente scolaresche di liceali o universitari in gita, di un supermercato. Vorrei che la gente ci ascoltasse sempre con l’intento di farsi compagnia con noi e, se necessario, riflettere su alcune emozioni condivise.
In #CANTAKETTYPASSA ci sono molti ospiti di riguardo. Ce li vuoi presentare?
Con molto piacere!!
Avere l’appoggio di amici che militano da così tanti anni nel settore e si ha la fortuna di conoscere personalmente sicuramente fa bene allo spirito. Ferdi, batterista dei Bluebeaters e dei Casino Royale, ha dato un tocco morbido ad un brano del nostro disco che necessitava di un approccio più rocksteady, “Come devo vivere”; Max Zanotti ha scritto con noi un brano chiamato “Mi arrendo per te”, capendo perfettamente il mood del disco e il mondo malinconico in cui stava andando a parare. Mattia Boschi dei Marta Sui Tubi ha dato la svolta al sound di tutto il disco, perché ritengo giusto sottolineare che ha suonato tutti gli archi presenti in #CANTAKETTYPASSA, rendendo magica l’atmosfera di ogni brano. Olly ha dato la direzione e il suono a tutto il disco, contribuendo in maniera eccellente come direttore artistico oltre che come produttore.
#CANTAKETTYPASSA è un album che sin dal nome strizza l’occhio al web. Qual’è il tuo rapporto con la Rete e come la “attraverserà” l’album?
Mah, chi lo sa come la attraverserà. Il disco è uscito da pochi giorni quindi è ancora presto per sapere. Sicuramente, io ho un buon rapporto con i social network quindi tengo continuamente aggiornati i miei follower sulle novità inerenti il mio quid artistico; sta poi a loro giudicare ed eventualmente finanziarci.
Diciamo che se #CANTAKETTYPASSA diventasse un tormentone anche solo come hashtag vero e proprio, avremmo raggiunto già il nostro piccolo traguardo.
Porterai le tue nuove canzoni sui palchi?
Certo, lo stiamo già facendo! Tutti i dettagli su kettypassa.it, semplice ed immediato.
E come suoneranno le versioni dal vivo? Sei di quegli artisti che cercano di riprodurre tutti i suoni dell’album anche sul palco o lancerai te e la tua band in funambolici arrangiamenti?
Noi abbiamo la fortuna di avere un disco che si regge bene anche solo con voce e chitarra; le canzoni sono nate così, il resto è un meraviglioso contorno di cui ovviamente non ho intenzione di fare a meno. Diciamo che l’intento è quello di unire alla formazione completa un approccio anche più teatrale e “ballerino”. Per questa fase di start-up ci accontentiamo di suonare sia in elettrico che in acustico, in cui creiamo delle situazioni molto più avvolgenti e di pathos, in cui forse la vena ironica viene meno lasciando completamente spazio alla malinconia del disco.
Grazie per l’attenzione e in bocca al lupo.
Crepi il lupaccio e abbracci virtuali a tutti!!
Ketty
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