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Intervista a DAP

Quattro chiacchiere con il cantautore romano DAP (al secolo Andrea D'Apolito) che ci racconta il suo primo disco Resonances. Otto gemme folk che parlano d’amore più che di storie d’amore, di un proprio modo di affrontare la vita

Quattro chiacchiere con il cantautore romano DAP (al secolo Andrea D’Apolito) che ci racconta il suo primo disco Resonances. Otto gemme folk che parlano d’amore più che di storie d’amore, di un proprio modo di affrontare la vita.

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Raccontaci di questo intrigante progetto, come e quando nasce. 

Nasce tra le mura confortevoli della mia stanza, più o meno cinque anni fa. Ho sempre scritto piccole melodie o giri di accordi sin dai primi anni di pianoforte (ho iniziato quando ne avevo 6). Ci sono state diverse formazioni prima di arrivare a quella che oggi va a connotare il sound di DAP e che è formata da Toto Giornelli al basso, Claudio Toldonato alle elettriche ed Antonio Marianella alla batteria.

Ciascun brano rappresenta un punto di vista, una tappa nella tua crescita personale e che attraverso i testi in inglese non rinuncia mai a fornire al pubblico una tesi ben precisa. Quale?

In realtà ogni pezzo fornisce la propria singolare tesi; il primo singolo Stand Back incita al proseguire lungo il proprio percorso, anche quando sembra che nulla germini dal seminato, i frutti della vita sanno sempre sorprendere! Not Again tratta la paura del cambiamento. Pearl affronta la difficoltà del genere umano a lasciarsi andare dinnanzi ai sentimenti più profondi. Forse dovendo tracciare un leitmotiv tematico potrei evidenziare l’importanza del flusso veritiero degli eventi e delle cose intorno a questa nostra folle vita, in altre parole l’amore, ma inteso come un elemento più filosofico ed onnicomprensivo.

Il tuo storico concerti è veramente degno di nota, negli ultimi due anni hai suonato moltissimo in tutta Italia. Qual è il concerto più importante fra questi? Quello che ti ha dato la consapevolezza di avere tra le mani e nelle corde vocali un grande potenziale?

Beh, questa consapevolezza non è che arriva del tutto, è sempre un lungo e difficile percorso quello del performer/artista.. Però forse il concerto che mi ricorderò a vita non è un concerto DAP ma la mia prima performance in assoluto. Dal nulla io ed un amico chitarrista, Romualdo Panebianco (che aveva notato la mia vocalità) tirammo su un repertorio di 25 cover, facemmo una prova per fissare le tonalità e suonammo. Con pochissima preparazione tirammo fuori una serata memorabile! Vennero tantissime persone, fu un emozione immensa. Lì capii che oltre che come musicista potevo funzionare bene anche come cantante. Il resto è DAP :)

Numerosi sono anche gli ospiti…

E mi sento assai fortunato per questo! Ci sono nell’ordine di apparizione: Sara Sileo con la sua magica voce in Stromboli così come Paola Fecarotta alle trombe; Vahimiti Cenci con un bellissimo canto senegalese in apertura di Not Again e Alessio Magliocchetti Lombi, che con la sua Resofonica anni 30 ci porta tutti in Alabama! Ci sono anche le meravigliose chitarre di Emanuele Jorma, uno degli ex membri fondatori di DAP come band e carissimo amico. Anche Daniele Sinigallia ha impreziosito il disco mettendo delle chitarre in Independence Day e Crossroads, oltre ad aver curato la registrazione, masterizzazione del disco e la produzione artistica di alcuni dei brani.

Su cosa vertono le tematiche di DAP? Spiegamelo come se avessi sei anni (io…)

Ciao! Allora DAP dice che devi seguire la verità che hai nel profondo del tuo cuoricino, che l’essere umano vive in uno stato di separazione tra dio e gli animali e solamente quando comprende che il suo posto è esattamente a metà riuscirà a trovare la propria pace! Adesso facciamo la tabellina del 9!

C’è una frase di questa canzone che mi ha colpito molto e che tradotta in italiano dice “Riuscirò mai a farti capire Che sono un vulcano in mezzo al mare Non farò male che a me”. Trovo che in particolare quest’ultima espressione sia di una verità e bellezza assolute. Ci parli di questa traccia e del rapporto che hai con quest’isola?

Aaaaaah Stromboli… Per me è l’emblema dell’essere umano su questo mondo. Una piccolezza infinitesimale davanti alla possanza in continuo cambiamento della natura. Il riferimento della frase è un parallelismo che faccio tra me ed il vulcano e quindi tra l’umanità ed il vulcano. Non farò male a nessun’altra se non a me stesso. Siamo tutti terrorizzati dalla sofferenza nei rapporti a tal punto da bloccarli spesso e non farli fiorire. Stromboli invece continua imperterrito a manifestarsi e lui sa bene che questo non distruggerà l’eterno equilibrio della terra.

Il disco, se non sbaglio, è stato registrato ai Piloti di Roma, quindi uno studio importante, e poi agli Artigiani a Formello. Che esperienza è stata?

Lavorare in uno dei templi della musica italiana è stato grandioso! Purtroppo durante le registrazioni i Piloti ha chiuso ed io e Daniele (Sinigallia) ci siamo trovati senza studio fino all’apertura degli Artigiani, che è un altro luogo fantastico dove registrare, in cui Daniele e Maurizio ogni giorno lavorano, producendo bellezza e grandi artisti.

Che tipo di attrezzatura ed effettistica hai utilizzato?

Per DAP mi piace restare il più scarno ed acustico possibile. Come chitarre suono delle Maton che hanno un’ottima resa in amplificazione, forse la migliore sul mercato. Sono anche l’orgoglioso proprietario di una Baritono Acustica fatta da un liutaio E C C E Z I O N A L E, che poi è Davide Serracini. un Harmonium indiano ed una Nord Stage, laddove non ci sia un piano acustico. Zero effetti per il momento, ho una necessità verso il suono acustico e veritiero. Per il futuro poi.. chi può dirlo :D

Nel disco si sentono alcuni scatti di fotografia, non è così? Quale messaggio volevi mandare?

Esatto, sono scatti che ho registrato delle mie polaroid SX-70! Sono un ponte di unione in più tra l’artwork e la musica, ma stanno anche a sottolineare vari momenti e varie esperienze di questo mio percorso che trovano voce nei brani del disco.

I tuoi progetti nell’immediato futuro?

Intanto sicuramente fare quanti più live possibili e portare in giro Resonances! Ci sono già tanti pezzi e tante idee in ballo per il prossimo disco, ma forse prima un EP, un EP dal sound un po’ più etnico! ma non voglio svelare altro!

Prima di salutarci lasciaci i tuoi contatti online. Dove possiamo ascoltare l’album? 

Certo! Allora:

www.musicofdap.com

www.facebook.com/dapmusic

Il disco lo si può ascoltare su Spotify cercando DAP – Resonances.

Un saluto e buona musica a tutti!

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