Poco tempo fa ci eravamo occupati dell’interessantissimo Non è Più Poesia, dei toscani Telesplash. Col passare dei giorni ci è piaciuto talmente tanto che abbiamo sentito il bisogno di approfondire la conoscenza della band.
Bello il vostro look dandy che si allaccia alle atmosfere vintage di un suono moderno con riflessi retrò e belli alcuni passaggi dei testi. Ne parliamo un po’ [con Marco Rossi, voce e chitarre], iniziando da dove e come nasce Non è più poesia?
Nasce ad Arezzo, in uno studio, il Wander, che si trova vicino a casa nostra, e come tutti i nostri lavori da una bella manciata di canzoni che lavoriamo insieme fino a che non siamo pienamente soddisfatti del risultato, alcune ce la fanno ed entrano nel disco, altre non ci riescono e restano in stand by nei nostri cassetti in attesa che anch’esse trovino, tramite il nostro lavoro, una dimensione che ci soddisfa in pieno…
“non potresti dire che cos’è la normalità in un mondo senza follia” (Pioggia e sole). La follia è quella di Van Gogh che esplode in straordinarie opere di ingegno ed è quella di una madre che abbandona il figlio neonato in un cassonetto dell’immondizia. Ritenete che l’urto degli opposti, o quantomeno il contrasto, sia davvero indispensabile per comprendere i confini dell’uomo medio?
Sì, la frase di quella canzone, che è un pezzo a cui teniamo particolarmente, ha un po’ questo significato. Dipende sempre da come uno guarda le cose, perché anche quelle negative a volte sono indispensabili per le positive. Normalità e follia sono due cose soggettive, entrambe positive o negative secondo la prospettiva e la dimensione in cui sono. La follia di Van Gogh è positiva per la sua arte, magari non lo è stata per la sua vita e anche la normalità può essere cosa buona o meno. La frase più che altro è didascalica, e per noi significa che le due cose sono indispensabili l’una all’altra per esistere, senza follia al mondo saremmo tutti normali e viceversa, insomma la pioggia ha bisogno del sole per esistere, la verità delle bugie, noi uomini tutti i giorni facciamo scelte diverse tra tutte queste cose ma nessuno può mai veramente dire da che parte stanno .
“bene o male, chi decide poi. Ho letto troppe cose non so giudicare” (Pioggia e sole). I social network e, in generale, l’overdose di informazioni che ci sommerge di minuto in minuto, rischiano da un lato di banalizzare-normalizzare anche l’accadimento più serio e, dall’altro, di subissarci di cronache e pareri che, esattamente al contrario del loro intendimento, sembrano allontanarci sempre più dalla realtà. E’ questo il senso?
Esattamente, l’ignoranza non aiuta a prendere posizione su un argomento, ma a volte anche troppe informazioni, troppo sapere crea confusione. Oggi sappiamo un po’ tutto, sentiamo e vediamo di tutto in tutti i sensi e questo genera incertezza. Quella frase vuole dire che in mezzo a questo mare di informazioni, di pareri, di fatti, alla fine uno non sa che pesci prendere, si rischia di non riconoscere più nemmeno il bene dal male.
“lo sai che noi saremo gli unici” (Canzone per uno studente). Be’, devo confessarvi che, tra i ricordi dei 100 giorni e delle colazioni che diventano pranzi, sono rimasto colpito da questa frase. Quando si è giovani si pensa di essere unici, straordinari. A volte poi, spesso, l’età adulta ci traghetta nell’ordinarietà. E un bel giorno ci si guarda allo specchio e ci si sorprende nel rendersi conto che Caronte stava dormendo da una vita e, quell’ordinarietà che adesso ci opprime, ha da sempre condiviso con noi il proprio percorso. E’ la disillusione il vero tema di questi tempi?
La disillusione arriva sempre con un certo tipo di maturità che si raggiunge, si questo è per noi un tema caldo ora più di prima, siamo cresciuti e abbiamo scoperto sulla nostra pelle che le cose cambiano, poi un po’ di sana nostalgia della perduta giovinezza , la solita cosa da dire ad uno studente di oggi, “goditelo il periodo più spensierato della tua vita che non tornerà”.
“so solo che c’è troppa proposta contro poca richiesta se vuoi fare l’artista” (La Coppa). Siamo davvero alla saturazione?
Qui la risposta sarà secca, vi sarebbero da scrivere fiumi di cose ma solo per dire che : siamo alla saturazione? Sì! Decisamente.
“so solo che finita la festa c’è da mettere a posto e mai nessuno che resta” (La coppa) e “Tutta la notte a guardare le stelle” (Di che segno sei). La nuova gioventù: viziata, fancazzista, troppo raccomandata o troppo romantica?
Questa è la società di oggi, anche nei giovani, ma non tutto è perduto, il romanticismo, le novità, il mondo che ci dà mille possibilità rispetto al passato, viziati, fancazzisti, raccomandati si, troppo romantici mai, finché potremo passare un notte a guardare le stelle ci sarà speranza, per gli amori e per i sogni.
AGab
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