A lungo imparentati a forza con i Sigur Ros, i Múm hanno sempre avuto un gusto eccezionale nel coniugare folk ed eletronica, computers e strumenti tradizionali, ninna nanne dolcissime e sperimentazioni ambientali.
Ci hanno regalato almeno due album memorabili, Yesterday Was Dramatic – Today Is OK e Finally We Are No One, mentre gli ultimi due hanno sofferto un po’ troppo dei continui e repentini cambi di formazione. A settembre torneranno con un album nuovo di zecca, già pronto, e per la nostra estate sotto l’ombrellone Örvar ha preparato un libro, scritto in islandese e tradotto in italiano da lui stesso (!).
Intervista a Örvar Þóreyjarson Smárason (Múm)
Intervista raccolta e rielaborata da Valentina Generali
su testi di Massimo Garofalo.
RockShock. Sta per uscire Sing Along to Songs You Don’t Know. Vuoi presentarcelo?
Örvar Þóreyjarson Smárason (Múm). Si tratta di un album abbastanza utopico, sognatore, sereno. L’intento è di comunicare sensazioni positive, vogliamo dire qualcosa tipo “accendi la luce e non avere paura”. Alcune canzoni sono state scritte a Gennaio, durante la crisi economica e politica che stava attraversando il nostro paese. Io in realtà non mi sento di aver detto proprio ciò che sentivo, per noi ciò che stava succedendo in Islanda era un bene. La gente manifestante per strada a protestare contro il governo per noi era un fatto positivo, una sorta di sveglia, perché significava che qualcosa stava cambiando. Nell’album c’è speranza, serenità, un’utopia in antitesi a ciò che stava succedendo in quel periodo.
RS. Ci sono temi comuni, c’è un filo conduttore nell’album?
ÖÞS. L’atmosfera di sogno, idealista è comune a tutte le canzoni. In questo album ci sono diverse canzoni d’amore ma soprattutto il tema conduttore torna ad essere il “non avere paura”. Soprattutto nell’ultima canzone dedicata a moglie e a mia figlia dove il messaggio è “non preoccupatevi e non abbiate mai paura, in generale”. Infatti è una sorta di ninna nanna.
RS. C’è una canzone dal titolo impronunciabile Kay-ray-ku-ku-ko-kex, cosa significa?
ÖÞS. E’ una canzone sul significato della lingua. Arriva da un’antica novella ed è una parola, l’unica, che può voler dire qualsiasi cosa. Può assumere un qualunque significato.
RS. I vostri vecchi fans cosa ritroveranno e cosa non troveranno dei vostri album?
ÖÞS. Bè..questo è un album diverso dagli altri, anche se in effetti tutti i nostri album lo sono. Posso dire che forse questo è il disco che stavano attendendo da un po’. Più utopico, sognatore.
RS. Sono passati due anni da Go Go Smear the Poison Ivy: che avete fatto in tutto questo tempo? E’ quello che c’è voluto per scrivere e registrare?
ÖÞS. In realtà siamo stati in tour per oltre un anno e mezzo e il tempo restante lo abbiamo dedicato all’album, quasi un anno.
RS. Negli ultimi anni la vostra formazione ha subito alcuni importanti cambiamenti. Ci vuoi fare un ”riassunto delle puntate precedenti”? Qual è il vostro attuale assetto?
ÖÞS. Ah… abbiamo fatto moltissimi cambiamenti. Oggi ci sono 37 persone che suonano con noi. Ma spesso accade che essendo così tanti, molti tra l’altro hanno anche progetti solisti, a volte manchi qualcuno all’appello, anche durante i tour. E allora lì subentrano membri nuovi. Siamo sempre in cambiamento, movimento, evoluzione. E per noi è un fattore positivo, perché si adatta perfettamente alla nostra concezione di fare musica. Vogliamo che la nostra musica sia in movimento, viva e in continuo cambiamento.
RS. Avete chiuso la vostra storica collaborazione con la FatCat per passare alla Morr Music. Cos’è successo?
ÖÞS. Bè, la vita cambia sempre, la vita di tutti e cambiano anche i rapporti . Così come è mutata la formazione della band è successo anche con la Fat Cat, semplicemente non ci sentivamo più a casa. Ora stiamo lavorando con la Morr Music, sono bravi, inoltre io e alcuni altri membri della band abbiamo vissuto a Berlino, li conosciamo bene e ci viene naturale lavorare con loro. Inoltre avevano già prodotto il nostro primo album, qualche anno fa, e posso dire che è una casa discografica molto organizzata, cosa non così comune, quindi siamo contenti di questa nuova collaborazione.
RS. Sulla cover dell’album c’è una candela disegnata che illumina un laghetto e il bosco circostante (fotografato). Cos’è, la luce di speranza che sperate s’accenda sull’Islanda? O cos’altro?
ÖÞS. La candela è per illuminare l’Islanda. Anche se non posso dire che abbia un significato così preciso. Mi è venuta in mente all’improvviso. Un giorno ero in piscina e ho immaginato la copertina dell’album con disegnata sopra una candela. Ho avuto un flash di quel laghetto che si trova a nord dell’Islanda nel candela in mezzo…
RS. Qualche anno fa si parlava di una vera e propria scena islandese: voi, Bjork, Sigur Ros, Gus Gus, e altri ancora. Oggi Bjork è diventata una star che si fa vedere poco in giro, i Sigur Ros incidono per una major, i Gus Gus hanno messo su famiglia e hanno smesso di farci ballare: come si sta muovendo la musica in Islanda? C’è ancora una “scena”? Ci vuoi consigliare qualche artista che dovremmo scoprire?
ÖÞS. Bè diciamo che si tratta in gran parte di musica locale. Ci sono molte nuove band emergenti ed energiche. In realtà anche i grandi artisti che hai citato non erano interessati al successo, erano orientati alla musica locale. Poi il resto è avvenuto ma non c’è in Islanda un grande stimolo a diventare internazionali. In ogni caso penso che la scena musicale islandese sia molto viva. Penso che molte band diverranno conosciute nei prossimi anni. Ci sono alcuni gruppi di dance music con cui collaboro anche io, poi teenage band…insomma c’è movimento.
RS. Ora parliamo di Scapigliata Liscia, il libro che stai presentando qui in Italia.
ÖÞS. Sì! Sono molto contento che sia stato tradotto in italiano, è un libro difficile, pieno di frasi fatte, modi di dire, doppi sensi quindi è stato un lavoro di traduzione molto faticoso. E’ l’unica traduzione che ho fatto tra le altre cose. Ho scritto alcune poesie che sono state tradotte in giapponese ma il libro è solo in due versioni islandese e italiano. E’ un libro molto strano che ho scritto alcuni anni fa, iniziato nel 2001 e finito nel 2005. Ci sono molti aspetti dei pensieri dei giovani. Sai quando sei giovane sei sempre alla ricerca di qualcosa, senza sapere nemmeno cosa, sei insicuro ma hai voglia di esplorare. Non sai cosa succederà. Ecco c’è questo aspetto molto forte in tutto il libro.
RS. Pensi che ci siano collegamenti tra la tua musica e la scrittura?
ÖÞS. Sì direi che c’è la stessa sensazione di utopia, lo stesso rapporto tra realtà e sogno.
RS. Poesia, novelle, sogni sembrano elementi cardine della tua arte, pensi che ciò derivi dagli influssi della vostra patria?
ÖÞS. Immagino di sì, c’è sempre un aspetto forte di fiaba, la nostra cultura è diversa dal resto d’Europa viviamo in contatto con la natura, paesaggisticamente è un luogo pieno di posti “incantati” e incantevoli anche se spesso si rischia di cadere nello stereotipo, nel turistico e questo non ci piace, ma.. è vero è un posto da fiaba quindi decisamente questo ce lo portiamo dentro.
RS. Torniamo alla musica, è previsto un tour per promuovere Sing Along to Songs You Don’t Know? Suonerete anche in Italia?
ÖÞS. Sì faremo un tour in giro per il mondo, spero che a Novembre o Dicembre suoneremo in Italia. Inizieremo il nostro primo tour in Europa a Settembre, poi abbiamo in programma il Giappone e l’America, poi di nuovo in Europa e speriamo poi in Italia.
Gli ultimi articoli di Valentina Generali
- Obits: Bed and Bugs - February 9th, 2014
- Voodoo Sound Club: Mamy Wata - December 15th, 2013
- Mr Tito: A Mi Manera - August 16th, 2013
- Mauro Pagani: Educazione Siberiana - Soundtrack - March 13th, 2013
- Brad: recensione concerto Milano, Magazzini Generali, 23 febbraio 2013 - February 27th, 2013