Avevo vent’anni quando mi sono trasferito a Pescara per continuare gli studi ed ero abbastanza introverso e scazzato: non avevo uno straccio di conoscenza, non mi piaceva nessuno.
Conosco per caso gli Zippo che all’epoca non avevano ancora finito di comporre i brani del primo album. Era il periodo dove era bello far vibrare i sogni con una buona dose di basse frequenze. Con loro ho passato uno dei periodi più belli della mia vita, e credetemi, non capita spesso di essere accolti da persone a cui non interessa chi sei e da dove provieni e che si limitano ad accettare il tuo deserto come unico biglietto d’ingresso.
Non è un caso che siano diventati una delle migliori realtà stoner italiane, con all’attivo tre album prodotti da Subsound Records e una serie innumerevole di tour ed elogi dalla stampa estera (tra cui la prestigiosa rivista inglese The Sun).
Qui con me c’è Stonino, bassista degli Zippo.
Mitico Stonino, che si combina in quel di Pescara?
Si sopravvive alla mediocrità della provincia.
E la situazione in cantiere? State lavorando ad un nuovo disco? Hai qualche anteprima?
Stiamo attualmente realizzando diverse composizioni, ne abbiamo almeno 7 o giù di li, vogliamo andare avanti e farne altre, per poi poter scegliere quali mettere sul nuovo disco, è un modo nuovo per noi di procedere, visto che per gli altri dischi, le tracce composte erano esattamente del numero che ci servivano.
The Road to Knowledge è un concept-album basato su Gli insegnamenti di Don Juan di Carlos Castaneda. Ho avuto modo di leggere il libro dopo aver ascoltato il vostro lavoro e devo dire che le atmosfere, le dinamiche e la potenza evocativa del disco vanno di pari passo con quelle del libro.
Quanto studio e tempo avete impiegato per creare un concept così fedele al racconto e cosa vi rappresenta del mondo di Don Juan?
Il processo di creazione è stato molto lineare, nel senso che eravamo così dentro l’argomento che è stato facile per noi immergerci in certe atmosfere. Credo che questa domanda, interessantissima, è arrivata un po’ in ritardo, nel senso che tanta acqua è passata sotto i ponti e tante cose sono cambiate, e non credo che quel mondo ci appartenga più, anche se certi argomenti non ci hanno mai abbandonato del tutto, e grazie a questo, abbiamo potuto esplorare nuovi concetti e conoscere un nuovo mondo.
In Maktub, il terzo album ispirato dal L’Alchimista di Paulo Coelho viene fuori del prog-metal di ottima fattura con sfumature drone e una particolare impronta degli Alice in Chains nella metrica vocale. Nell’album ha partecipato anche Ben Ward degli Orange Goblin, ed io impazzisco per gli Orange Goblin. Che effetto fa collaborare con un’artista di questo calibro? Avete condiviso il palco con gente come Brant Bjork e ricordo che eravate parecchio emozionati all’epoca. L’esperienza sul palco di tutti questi anni vi ha reso più freddi quando si tratta di confrontarsi con certi colossi mondiali?
E’ stato molto bello condividere un paio di giornate con Ben, e credimi, certe persone ti fanno sentire totalmente a tuo agio, stessa cosa di quando abbiamo condiviso il palco con Brant Bjork o con altri mostri sacri del nostro background. Per quanto riguarda la freddezza, ti assicuro che mi bagno ancora come una scolaretta quando mi trovo davanti a qualcuno che con la sua musica ha parlato e parla da anni alla mia\nostra anima.
Qual è il tuo supereroe preferito e per quale ragione?
Bè, dato che sto rispondendo io alle domande, ti darò la mia versione, il mio supereroe preferito è senza dubbio Wolverine… immortale, alcolizzato, rude, fortissimo e onorevole. Non mi stupirei se Logan ascoltasse stoner eheheh!
So che spesso prendete e ve ne andate in giro a vedere bei concertoni.
Qual è stato quello che più ti ha lasciato il segno?
Che te lo dico a fare, l’ultimo concerto che mi ha cambiato la vita è stato quello degli Swans al Primavera Sound 2013. E non dico altro, che potrei piangere.
Da sempre vi fate bei tour fuori dalla penisola.
Che differenza c’è tra suonare in Italia e suonare all’estero?
E’ più facile organizzare un concerto degli Zippo in casa o in trasferta?
Non esiste una regola di base, ma di solito suonare fuori dall’Italia ti da il triplo delle soddisfazioni, intanto ti trattano con rispetto, anche se non sei nessuno, si vede che sono felici di ospitarti e di ascoltare la tua musica, non come in Italia, dove a volte sembra quasi ti stiano facendo un favore a farti suonare, e poi all’estero, la gente balla mentre suoniamo. BALLA. Qui da noi è molto raro vedere ragazze e ragazzi ballare sotto il palco.
Quali sono i 5 migliori album che hai ascoltato nell’ultimo decennio?
Ce ne sarebbero troppi, quindi ti faccio una breve classifica dei dischi che anche dopo dieci anni mi fanno eiaculare con facilità: Jalamanta di Brant Bjork, Conference Of The Birds degli Om, At Action Park degli Shellac, Dopesmoker degli Sleep, e poi ti ci metto un bel Welcome To Sky Valley dei Kyuss perché cristo, mi hanno cambiato la vita!
Che opinione hai della musica italiana? Qual è quella che ti piace e quella che ti fa cagare?
Discorso complicato, diciamo che mi fa cagare tutto ciò che viene spacciato per musica alternativa italiana da alcune riviste del settore, completamente asservite al potere, non è l’unica musica italiana che esiste, sebbene è ciò che vogliono far credere, poi dall’altra parte ci sono band pazzesche come Morkobot, Last Minute To Jaffna, Mombu, Straight Opposition, Godwatt, Ufomammut, Isaak e tantissime altre, che sguazzano nel sudore e suonano musica pura, non motivata da interessi di vendita o etichetta, e si fanno il culo sui furgoni.
Questo mi piace.
Ti saluto amico mio, vienimi a trovare presto!
Ciao scoppiatone malefico!
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