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Intervista agli Spring King

Fra le tante band in uscita dalla terra d'Albione, gli Spring King sono davvero pronti a lasciare il segno con un indie rock energico e pieno di passione

Nel sottobosco delle nuove band indie rock inglesi ce ne sono alcune che sono pronte a spiccare il balzo e ad emergere.

Una di queste sono gli Spring King, band attiva dalla primavera 2012 che finora ha prodotto 2 Ep ed alcuni singoli. Abbiamo fatto due chiacchiere con loro per conoscerli meglio.

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ROCK SHOCK: Ciao ragazzi, iniziamo dalla vostra nascita. Quando e come vi siete formati?

SPRING KING: Io (Tarek nda), Pete e Andy, ci siamo conosciuti quando eravamo giovani.  Abbiamo provato a fare jam insieme e a produrre canzoni già all’età di 15 anni, poi alcuni anni fa abbiamo deciso di riprendere a fare musica insieme e dopo aver provato diversi bassisti abbiamo scelto James e da allora siamo gli Spring King.

RS: Come mai il nome Spring King?

SK: Il nome è nato quando stavo facendo un sacco di mix e produzioni per la band. Usavo molti effetti di riverbero “spring” sulle tracce; ne usavo così tanti che i miei amici usarono per me l’appellativo “Spring King”. Quando fondai la band avevo bisogno di un nome e quello fu il primo che mi venne in mente.

RS: Adoro da subito il vostro sound; è molto energico, divertente, cool. Come vi ispirate nella composizione dei brani?

SK: Le canzoni sono scritte normalmente con piano, tastiere o chitarra acustica. E’ molto rapido il processo di scrittura. I testi sono la parte più difficile per me, sto ancora cercando di migliorarmi come cantautore.

RS: Cosa ascoltate nel tempo libero? Avete bands che vi ispirano particolarmente?

SK: Ascoltiamo una gran varietà di musica: Kendrick Lamar, The Beach Boys, Chet Baker, At The Drive-In, Courtney Barnett, Bruce Springsteen, Flying Lotus… Io credo che le nostre influenze arrivino principalmente dal garage, dal punk e dal surf rock. La mia band preferita in assoluto sono i Beach Boys.

RS: Sentii per la prima volta le vostre Let’s Ride e Mumma nello show sulla BBC1 di Zane Lowe. Zane ha poi scelto la vostra City per aprire le programmazioni di Beats1. E’ un grande attestato di stima non credete?

SK: Nessuno di noi si aspettava che Zane Lowe scegliesse la nostra canzone come prima in assoluto su Beats1. E’ stato davvero uno shock. Credo che ci abbia dato una grossa opportunità di far ascoltare il nostro sound a persone che non ci conoscevano e probabilmente ci ha anche procurato qualche nuovo fan. Siamo molto grati a Zane di questo, noi siamo una piccola band e non avremmo mai pensato che tutto ciò fosse possibile per noi.

RS: Dopo gli ep Demons e They’re coming after you, avete in programma un intero album?

SK: Vorremmo far uscire un album entro il 2016, ma al momento non abbiamo ancora  la certezza che sarà pronto.

RS: Siete in tour in Inghilterra con una band potentissima come gli Slaves. Com’è questa esperienza?

SK: Gli Slaves sono assolutamente delle pietre preziose, dei grandi. Sono stati molto felici di averci come open act nel tour e sono davvero molto in gamba. Questo tour è grandioso perché la gente che li segue ama anche il nostro sound e vengono molto prima dell’orario per vedere anche il nostro show. In questo tour abbiamo incontrato anche i Wonk Unit che ora sono nostri amici. Sembrava una vacanza con la famiglia.

RS: A proposito di tour, avete in programma qualche data in Italia?

SK: Vedremo. A noi piacerebbe davvero tanto visitare l’Italia quest’anno.

RS: Grazie mille della vostra disponibilità. A presto.

SK: Grazie a te e a tutti i lettori di Rock Shock. A presto.

 

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Fabio Busi
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