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Intervista a Federico Fiumani (Diaframma)

Nuovo disco e nuovo tour per i Diaframma di Federico Fiumani. Parliamo con lui del suo disco, prima del debutto ufficiale a Firenze. Guarda la foto-gallery del concerto al Flog di Firenze

Diaframma_FLOGPur essendo fiorentino, e pur essendo nel giro della musica da tempo, non ho mai incontrato Federico Fiumani per una vera e propria intervista. Ci siamo incrociati varie volte, specialmente negli ultimi due anni, ma mai una vera e propria chiacchierata. Colpa mia, lo ammetto. Ho sempre avuto un po’ timore nell’incontrarlo: molto alto, sempre serio in volto, apparentemente ostile ai miei occhi. Niente di più sbagliato. Lo scopro essere una persona estremamente disponibile e gentile, non logorroica, questo no. Molto diretta, chiara.

L’ appuntamento dei Diaframma con il pubblico della FLOG a gennaio è oramai un classico della stagione musicale invernale fiorentina. Incontro Federico Fiumani pochi minuti prima del soundcheck.

Tre anni per realizzare il nuovo disco, tecnicamente molto ben curato. Hai avuto bisogno di tutto questo tempo o in realtà è molto più impulsivo?
No, non ci sono voluti tre anni solo per scrivere le canzoni. Sono idee che sono state in incubazione per lungo tempo. Non mi sono sforzato nella realizzazione, ho lasciato che venissero fuori con calma. Nella loro composizione mi hanno influenzato tre anni di vita vissuta, una storia d’amore nata e finita in questo periodo. Metà delle canzoni parlano di questa storia. In questi tre anni siamo sempre stati attivi con i concerti, abbiamo suonato molto. Poi, ci abbiamo messo anche molta cura nella registrazione, quello sì.

Si capisce bene, che l’ “amore assente” è il grande protagonista del disco. Il “mistero che non capirai mai” è la vita o la donna?
È l’amore per una donna. Almeno non lo è comprensibile completamente, un po’ sì. Il fascino che ti spinge a cercarlo è dato dal fatto che non è mai sotto il nostro controllo. Che magari provi anche a capirlo, ma non ce la fai mai completamente.

In Entropia parli di “quello che non ho fatto”: è una semplice dichiarazione o è un rimpianto?
Direi ambedue. Nella mia adolescenza, non ho mai bruciato le tappe. La mia è stata un’adolescenza abbastanza sonnacchiosa. È andata così, va bene lo stesso. In fondo direi che è più una semplice dichiarazione.

Absurdo Metalvox, omaggio a Firenze, ma anche critico nei suoi confronti. Non ti senti un tipico fiorentino, pronto sempre a lamentarsi ed a prendere in giro gli altri?
In realtà no, anche perché sono nato ad Ancona. Vivo a Firenze da 46 anni, per cui oramai la sento mia, e mi piace, ma totalmente fiorentino non mi sento. Mi piacciono i fiorentini e nonostante i 46 anni vissuti qui, non ho acquisito queste loro caratteristiche.

Perdonami la domanda banale, ma che significa Absurdo Metalvox?
Un po’ perché il testo non è chiarissimo, ed il nome deriva dall’unione dei nomi di due gruppi bolognesi degli anni ’80; gli Absurdo ed i Metalvox.

Chi è Madre Superiora?
È la donna che ami. Mi sono ispirato ad un pezzo dei Beatles, Happines is a warm gun, di John Lennon, nella quale si riferisce a Yoko Ono, come Mother Superior. È una citazione.

Ho sempre pensato che tu fossi un gran lettore, invece dici di “abbandonare i libri e preferire i dischi”?
No, assolutamente preferisco i dischi ai libri, sono un grandissimo ascoltatore di dischi. Non amo così tanto i libri. Di gran lunga preferisco i dischi. Ne ho comprati infinitamente di più.

La Botta dell’Energia del Rock, mi sembra quasi la tua “versione” di La mia banda suona il rock. Cerchi di spiegare ciò che ti spinge a far musica.
Gran pezzo La mia banda suona il rock, magari lo fosse. Il Rock è una grande emozione e la canzone è il tentativo di descriverla, non sempre ci si riesce. È una cosa che per capirla bisogna viverla.

Da Niente di Serio mi sembra di capire che tu ti senta l’elemento più debole all’interno di una coppia. Perché?
È vero, è questa l’essenza della canzone. Perché? Alla fine all’amore ci si arrende e ci si butto ugualmente. Nonostante le paure.

Ascoltando Nilsson, non capisco se sei più un pessimista o un ottimista.
Ho la consapevolezza di entrambe le cose. Più verso l’ottimismo. Harry Nilsson, alla fine della propria vita, a 51 anni, fece sei figli in sei anni, ciò significa che aveva una fiducia nella vita enorme. Anche in Carta Carbone, dove parlo delle cose che tendiamo a nascondere, i nostri difetti, poi alla fine c’è la voglia di uscire e di vivere, in maniera ottimista.

Ti chiedi “chissà se sarò mai un uomo”. Lo sei diventato?
Nella canzone Grande come l’oceano, è la domanda che si fà un adolescente. Spiegare cosa significhi diventare uomo non è semplice. Penso che sia crescere, diventare grandi, senza perdere il bambino che è in noi, senza perdere la capacità di emozionarsi. Credo di esserlo diventato, con qualche difficoltà magari, ma picchia e mena, credo di esserlo diventato.

Perché le Anime Morte si devono sparare?
In realtà chi si deve sparare sono coloro che aggrediscono le Anime Morte, che non sono altro che le persone miti, i deboli.

Con l’ultima canzone dici che “volevi cambiare” e che sei ancora qua. Perché volevi cambiare?
Perché non ero contento di me stesso. Forse non lo sono ancora. Volevo stare meglio, ma alla fine, scusa la banalità, uno si deve accettare per quello che è.

Così è Federico Fiumani, risposte asciutte, lineari. I suoi testi non hanno sovrastrutture complesse e ridondanti. Le sue canzoni sono storie di vita, anzi, storie della sua vita. Il pubblico che lo accoglie è vasto e senza età e l’abbraccio che riceve è raro vederlo.
Il concerto è ricco e potente e copre praticamente tutta la sua discografia. Vasta discografia.
Gran bello spettacolo.

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