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Intervista a Fabio Rondanini degli I Hate My Village (presentazione Gibbone EP)

Per gli amanti delle contaminazioni assolutamente imperdibile Gibbone, il nuovo Ep degli I Hate My Village. E l'intervista a Fabio Rondanini.

I Hate My Village

Gibbone

(La Tempesta International)

afrobeat, elettronica, sperimentale

________________

A due anni di distanza dall’esordio con l’album omonimo I Hate My Village, torna il supergruppo formato da Adriano Viterbini (Bud Spencer Blues Explosion) e Fabio Rondanini (Calibro 35 e Afterhours) a cui si sono aggiunti dopo poco Alberto Ferrari (Verdena) e Marco Fasolo (Jennifer Gentle).

Se il primo album aveva visto una linea prevalente che era quella dell’afrobeat e della musica afro in generale, questo EP, intitolato Gibbone, vede un’evoluzione nel sound e vede la band spaziare in territori distanti. Da evidenziare il fatto di essere stato registrato su una demo casalinga su quattro tracce e cassetta.

Yellowblack, primo estratto da questo nuovo lavoro, sembra fare da collegamento ideale con le sonorità dell’album precedente, contraddistinguendosi per sonorità afro e un groove intrigante e avvolgente.

Le sonorità di Gibbone (brano che da il titolo all’EP), incantano e portano in una dimensione di pace fra un suono tribale e raffinatezze ambientali che ricordano vagamente il sound di Damon Albarn in Mali Music, ma sia chiaro, non è un’imitazione, è un’emozione che mi regala questo brano e che provai anche all’ascolto di quell’album.

Con meno groove ma comunque con sonorità tipicamente afro è poi Ami.

In chiusura dell’ep troviamo Hard Disk Surprize che suona come un robot-sciamano che incanta e porta alle danze con un tribale elettronico molto minimale e a tratti anche noise.

Un’EP che fa pensare ad una piacevole evoluzione di 4 musicisti ostili allo stare fermi e sedersi sugli allori, quattro artisti abili nelle mutazioni e nell’esplorare nuovi territori.

 

 

Ecco l’intervista a Fabio Rondanini degli I Hate My Village

ROCKSHOCK: Conoscendo tutti i vostri progetti in altre band, percepii nel vostro primo lavoro, l’urgenza di comunicare, di esplorare territori che forse avevate già battuto ma non con le band (mi sembra che Fabio e Adriano siano cultori della musica afro) con cui siete diventati famosi al pubblico.  In questo Ep noto ancora di più la voglia di sperimentare, di spaziare liberamente in ambiti non ben identificabili e classificabili. Siete d’accordo con questa mia affermazione? 

Fabio Rondanini (I Hate My Village) : Sicuramente è cosi, il progetto nasce proprio da una forte necessità di esplorare nuovi ambiti. La passione per la musica africana è stata la scintilla ed allo stesso tempo il recinto dentro cui essere liberi di sperimentare. Ci piace pensare che il progetto sia un laboratorio dove celebrare l’incontro tra persone e suoni. Quello che ne esce fuori da questo incontro viene immediatamente fotografato e stampato. Crediamo che sia il nostro approccio ad essere la vera forma di sperimentazione, quello che ne esce poi può avere più forme senza escludere l’immediatezza a prescindere, vorremmo che fosse un progetto innanzitutto divertente. Nell’Ep ci siamo divertiti a dilatare gli spazi rispetto al nostro primo disco.

RS: Molti vi hanno definito superband, io stesso vi cito come supergruppo nella recensione dell’EP, però non date l’idea di sentirvi una superband. Vi ho visti live nel primo tour e ho avuto l’idea di 4 amici che condividono una passione viscerale per la musica e che si divertono davvero tanto con questo progetto, senza pressioni, senza aspettative. Voi come la vivete? 

FR: Qualcuno ha detto che sembriamo i Queen: dopo lo show tutti a feste diverse. (Ride, nda) A parte gli scherzi. Sapevamo dall’inizio di poter sembrare una superband assemblata, credo che la nostra musica sia stata la prima a smentire questa possibilità.

RS: Nel primo album avevo come l’idea che i brani nascessero da jam e venissero elaborati. Nel nuovo Ep, il metodo di derivazione da una jam lo confermate già dalla cartella stampa, anche se soprattutto per Gibbone ho l’impressione che venga da uno studio più preciso, ma non per mancanza di spontaneità, quanto per una cura del dettaglio maggiore che in altre vostre tracce. Volete dirci come nascono i vostri brani?

FR: Come dicevo ci siamo divertiti a dilatare lo spazio ed il tempo in questo EP. I pezzi nascono sempre da un incontro, da una improvvisazione. In fondo qualunque idea nasce da una improvvisazione, un momento prima non c’è e poi tutto accade. Siamo noi la scintilla per far nascere nuove idee. Curiamo nei dettagli il set up tecnico per poi essere liberi di fare quello che viene con grande leggerezza e spontaneità. Ad esempio questa volta abbiamo registrato in gran parte su un registratore a cassette il che ci ha portato già di per sé a suonare in un determinato modo. Darsi qualche limite a volte può essere una grande opportunità

RS: Pensando a band come Tinariwen, Bombino e ad altri che stanno ottenendo un buon seguito di pubblico anche a livello internazionale, vi chiedo se avete pensato anche al mercato estero o se credete comunque che il vostro progetto potrebbe avere anche un buon appeal fuori dai confini. Avete avuto riscontri dopo il primo lavoro?

FR: Abbiamo tante persone che ci seguono dall’estero e abbiamo avuto ottimi riscontro da musicisti internazionali e da etichette estere. Siamo certi che IHMV possa essere un progetto assolutamente internazionale. Una cosa alla volta.

RS: Un brano come il già citato (omonimo all’EP) Gibbone, mi sembra apra spazi inesplorati nel primo lavoro, come intendono spostarsi gli I Hate My Village? Non la ritengo una modifica imprevedibile ma una forte ed importante evoluzione nel vostro sound che, sinceramente, mi piace molto. 

FR: Innanzitutto grazie. Non sappiamo quale sia la direzione e ci piace molto questa cosa. Sappiamo di non avere fretta, ci piacciono le canzoni così come la psichedelia, ma anche l’intrattenimento, il ballo. L’ep ha sicuramente allargato i nostri orizzonti, arricchito di nuovi ingredienti. Vedremo.

RS: Avete mai pensato a collaborazioni con altri artisti per il vostro progetto? Con chi vi piacerebbe lavorare nel caso? 

FR: Per il momento non ci abbiamo pensato, chissà magari in futuro che non possa accadere.

RS:  Ci saranno sorprese nel tour della band che inizierà a fine agosto in Romagna?

FR: I nostri concerti sono sempre stati feste a cielo aperto, ci mancherà molto non poter far salire il pubblico sul palco ma troveremo un modo per divertirci insieme.

RS: Grazie mille per la disponibilità, ancora complimenti e a presto. 

FR: Grazie a voi. Vi aspettiamo ai nostri live.

Gli I Hate My Village saranno in tour a partire dal 26 agosto 2021.

I Hate My Village, tour estate 2021

  • 26 agosto San Mauro Pascoli (FC) – A Cielo Aperto Festival
  • 27 agosto Torino – Today Festival
  • 28 agosto Milano – Circolo Magnolia
  • 29 agosto Galzignano Terme (PD) – Anfiteatro del Venda
  • 3 settembre Roma – Spring Attitude – Eur Social Park
  • 4 settembre Marina di Eboli (SA) – Barezzi Summer
  • 6 settembre Bologna – Locomotiv Club (Arena Puccini) Sunshine Superheroes

https://www.facebook.com/ihatemyvillage/

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