In occasione dello Spring Attitude Festival 2018 (se volete sapere com’è andata leggete il reportage qui), all’Ex Dogana sabato 6 ottobre abbiamo intervistato Dj Coco.
Dj Coco è resident all’Apollo di Barcellona, ma probabilmente i più lo conoscono per il party finale del Primavera Sound Festival e per essere uno dei direttori artistici della manifestazione catalana. Ovviamente non potevamo non chiedergli qualcosa sull’edizione 2019 ;-)
Con la sua proverbiale calma flemmatica, per nulla provato dal ritardo del suo aereo, Dj Coco ci ha anche e soprattutto spiegato il suo modo di intendere una dj-session.
RockShock. Hai iniziato come Dj a Barcellona negli anni ’90. Com’è cambiata – se è cambiata – da allora la scena catalana?
Dj Coco. Quando cominciai, nel 1993, non c’era una vera e propria scena tipica da club, c’era il Nitsa, che era uno dei primi club così come li intendiamo oggi, e poco altro. Da allora a oggi Barcellona è cambiata tantissimo e la scena elettronica è vasta e conosciuta in tutto il mondo, con tanti club, tanti Dj molto competenti e festival di richiamo internazionale, come il Sonar e il Primavera Sound, che ormai ha una parte elettronica che riguarda quasi metà del programma.
RockShock. Credo che la tua popolarità sia più quella di un maestro di cerimonia di party scatenati più di Dj-tecnico. Ti riconosci in questa definizione?
Dj Coco. In verità la pura tecnica non mi ha mai interessato molto, mi piacciono i Dj che al di là della tecnica fanno un vero e proprio discorso musicale, che fanno delle vere e proprie selezioni. Le mie playlist nel party di chiusura del Primavera Sound sono diverse da ciò che faccio normalmente come Dj resident all’Apollo club di Barcellona o quando suono in giro per il mondo, come stasera. Normalmente le mie session non sono basate molto sulle party-hit, bensì mi adatto allo stile dei Dj internazionali che ospitiamo, house, techno e così via. Il Primavera si svolge una volta l’anno e quindi è diverso.
RockShock. Stai anticipando la mia prossima domanda. In una serata come questa, ospite di un festival elettronico (Spring Attitude) cosa suoni?
Dj Coco. In verità ancora non lo so. Dipenderà dal pubblico. Farò in parte quello che faccio normalmente, sia al Primavera e sia nei club, e in parte mi farò ispirare da come reagirà il pubblico, cercando di suonare un po’ di party-hits e un po’ di elettronica.
RockShock. Quando scegli la tua playlist preferisci le canzoni originali, remix o ti fai i remix da solo?
Dj Coco. Tutte e tre le cose, a volte faccio remix da solo, a volte ne cerco di già fatti, a volte uso le tracce originali.
RockShock. Questa notte qui allo Spring Attitude ci sono alcuni concerti di musica trap italiana, Che pensi della trap? Secondo te è solo una moda o un genere destinato a durare?
Dj Coco. Non conosco molto bene la scena trap italiana, ma credo che sia più grande o per lo meno simile a quanto accade in Spagna. In Spagna la scena trap è una vera e propria rivoluzione. A me piace, ma credo che per capirla al 100% devi essere molto, molto giovane, allo stesso tempo credo che sia qualcosa che abbia rotto con qualsiasi cosa che c’era prima e che sia qualcosa di cui c’era bisogno in questo momento. Erano troppi anni che stavamo vivendo di revival, revival di chitarre, revival di pop anni ’60, e invece è arrivata la trap che ha spazzato via tutto. In Spagna si dice che la trap sia il nuovo punk, credo che sia una definizione un po’ esagerata, ma comunque è un elemento di forte rottura.
RockShock. E che rispondi agli affezionati del Primavera Sound che lamentano che nella passate edizioni in programma c’era troppo hip-hop e troppa trap?
Dj Coco. E’ una tendenza che stiamo sviluppando nel Primavera degli ultimi anni. La verità è che negli ultimi 5/6 anni in Spagna non c’erano festival che proponevano hip-hop e generi simili, mentre ora invece ci sono molte manifestazioni che propongono artisti di musica urbana. Credo che sia un segno dei tempi, gli artisti che più arrivano direttamente al pubblico sono quelli urban e noi non possiamo non tenere il polso della situazione.
RockShock. Quanto tempo ti lascia il tuo lavoro di direttore artistico del Primavera Sound al tuo lavoro come Dj?
Dj Coco. Per il Primavera Sound lavoro come un impiegato, dal lunedì al venerdì e metto i dischi nel fine settimana, ma sempre lasciandomi qualche weekend per me, per il mio tempo libero.
RockShock. Mi sembra che a volte le tue session sia pensate più per divertire che per far ballare…
Dj Coco. In realtà faccio entrambe le cose. Credo che durante una Dj-session il pubblico debba in primo luogo passare una bella serata; non intendo una session come un flusso di un unico stile e cerco di creare delle sorprese.
RockShock. Già so che non risponderai a questa domanda ma… non posso non fartela: che possiamo aspettarci per il Primavera Sound 2019?
Dj Coco. Più o meno quello che abbiamo fatto negli ultimi anni, quanto a stile, ma stiamo lavorando duro per offrire alcune sorprese. Non posso anticipare nulla ma ci saranno grosse sorprese.
RockShock. Puoi almeno anticiparci quando uscirà la line-up e se uscirà sulla nuova web-radio?
Dj Coco. La web-radio per noi è un progetto molto importante e al momento è in via di sperimentazione. Avrà diversi canali e sarà il miglior modo per ascoltare gli oltre 250 artisti in programma al festival. La line-up del Primavera Sound 2019 uscirà prima della fine dell’anno, a dicembre o… se ce la facciamo anche a novembre.
RockShock. Nelle interviste che sto facendo in questo festival termino sempre con la stessa domanda: ci puoi dare un consiglio su un gruppo da ascoltare sin da ora e che secondo te avrà successo il prossimo inverno?
Dj Coco. Se parliamo di indie-pop c’è un artista che vi segnalo, impegnato con noi al Primavera Club, si chiama Boy Pablo e credo che il prossimo anno esploderà, sarà sulla bocca di tutti e finirà per suonare in molti festival.
P.S.: intervista di Massimo Garofalo con la fattiva collaborazione di Sira F. de Vanna.
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