Innocente
Io sono
(Cinicodisincanto)
pop, latin jazz
________________
Il Salento è una nota zona della Puglia. Forse fino a qualche anno fa era conosciuta da poche persone che amavano le sue assolate spiagge, il mare cristallino, la bellezza storica di città come Lecce (la Firenze del Sud), la sua cucina e poi le persone, socievoli, solari, insomma una zona unica nel suo genere.
Col passare degli anni, è successo qualcosa e la protagonista di questo grande cambiamento è stata ancora una volta la musica perché come dice il famose detto: la musica non può salvarti la vita, ma dartene una migliore.
Il Salento è entrato dalla porta principale con artisti quali Emma Marrone, Biagio Antonacci, Alessandra Amoroso e ovviamente i Negramaro, ora non sono qui a dire e a sindacalizzare sui gusti musicali di ognuno di noi, ma sto parlando di artisti che hanno celebrato la zona pugliese rendendola ancora più nota di quanto non lo fosse già prima. E siccome il Salento è sempre pieno di sorprese ecco il disco d’esordio del pianista salentino Innocente, Io Sono.
Giorgio Innocente è un giovane salentino di neanche trent’anni, studente di pianoforte al conservatorio di Lecce e di Taranto che col tempo scopre una passione viscerale per il jazz che lo porta a studiare anche canto. Ancora da giovanissimo inizia a esibirsi su palchi importanti come il Mediterraneo Festival e il Salent Festival e tra le esibizioni live, la carriera accademica inizia a scrivere le sue prime canzoni e oggi finalmente possiamo ascoltare il suo primo lavoro dal titolo molto “dichiarativo” Io Sono.
L’album è composto da otto brani che sono molto distanti da quello che, purtroppo, si ascolta oggi, è ben lontano da campionature, elettronica e auto tune. Un album fatto di musica, di note, di suoni puri, che potremmo quasi definire acustici.
Brani come Il cuore e l’abatjour, Gitana e Lacrime di Greggio sono pezzi dove il senso d’appartenenza al Salento è molto forte sia come musicalità, sia come temi affrontati con le parole cantate come un vero veterano della musica.
I temi affrontati sono comunque diversi: la voglia e il desiderio di appartenenza (Una Storia Vera), il tempo che passa (Ballo Tango), l’amore come sentimento utopico (Mentiamo agli dei), la tradizione e il dialetto salentino (Bella ci Dormi) e infine c’è il singolo che ha anticipato tutto Un raggio a strapiombo dove affronta il tema della scelta, vista come violenza interiore.
Un disco che oserei definire sincero: il pianista salentino ha una onestà musicale e lirica da fare invidia a novelli cantautori e lui stesso lo ha ammesso in una recente intervista dicendo che in quest’album sono confluiti brani che hanno caratterizzato non solo il suo percorso musicale, ma anche quello di vita, a volte vissuta, a volte immaginata o sognata.
Un album libero che si allontana anche da certi cliché da produzione, non tutte le canzoni seguono uno schema preciso come strofa/strofa/ritornello/strofa/bridge/ritornello, Innocente ama stupire l’ascoltatore, sorprendendolo, stupendolo anche con canzoni dalla durata minima di due/tre minuti.
Un lavoro veramente bello che potrebbe anche spostare di qualche centimetro l’asticella dell’indie italiano.
Gli ultimi articoli di Michele Larotonda
- Sibode DJ: recensione di Non Lo So - May 31st, 2021
- Frank Bramato: recensione di Non Essere - May 28th, 2021
- Federico Poggipollini: la recensione di Canzoni Rubate - May 27th, 2021
- Adriano Lanzi: la recensione di The Calling - April 21st, 2021
- Dieci: la recensione di Vitamine - April 7th, 2021