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Il muretto, di Cèline Fraipont e Pierre Bailly

Il muretto: da un quotidiano in apparenza il più ordinario, un ritratto adolescenziale crudo e toccante al ritmo di un punk duro

Il muretto_coverHa emozionato il pubblico d’oltralpe e risuonerà come una musica familiare e toccante anche per molti lettori italiani.

Esce finalmente anche in Italia il graphic novel Il muretto di Cèline Fraipont e Pierre Bailly pubblicato in Belgio-Francia da Casterman.

1988. Rosie ha tredici anni e si ritrova a gestire il suo tempo e cavarsela dopo che i suoi genitori l’hanno lasciata da sola. La madre ha seguito un altro uomo all’estero e il padre lavora per lunghi periodi fuori città. I giorni per lei passano tutti uguali. Arrivata davanti a scuola sempre più spesso decide di non entrare e se ne torna a casa ad annoiarsi nel tentativo che il tempo passi.

Un’inquietudine sconosciuta la invade. Inizia a calcolare la distanza tra le sue esigenze e il mondo che c’è la fuori con l’impressione crescente di sentirsi lontana e diversa.

Non sa come reagire e ripiega nella solitudine e nell’alcool, rubando qualche bicchiere di whisky dalla bottiglia del padre. Poi incontra Jo, un ragazzo poco più grande di lei che vive da solo e di piccoli espedienti. Le sue idee sono diverse, ai margini rispetto al mondo che Rosie conosce, ma lui riesce a comprende le sue ansie e le sue incertezze.

Passano insieme le ore in silenzio ad ascoltare musica: la Mano Negra, I Bauhaus, Minor Threat , tra i poster dei Crass e di Robert Smith.

Rosie non sa come si fa a non sentirsi estranea e inadatta. Non sa ancora come poter guardare dritto davanti a sé. A poco a poco i due ragazzi lasciano sbocciare l’attrazione che provano l’uno per l’altra. Una bella storia d’amore che finirà sotto una pioggia glaciale e sconvolgente…

Il muretto è una storia forte e poetica, il ritratto di una solitudine piena di esitazioni, di spaccature e di incertezze; un racconto sull’adolescenza senza stereotipi. Attraverso una scrittura magistrale e un bianco e nero radicale, Fraipont e Bailly ci parlano dell’inquietudine che accompagna la trasformazione della propria identità, senza il bisogno di mostrarla come un’avversità da sconfiggere ma come un qualcosa con cui imparare a convivere. Suggerendoci che l’evoluzione di ciò che siamo, è un percorso in continuo divenire al di là delle età e delle stagioni della vita.

Con una colonna sonora che spazia tra il punk, il dark e la new wave, questo graphic novel è anche una bellissima rappresentazione di come e quanto la musica con le sue culture e le sue attitudini, sia stata il comune denominatore delle generazioni degli anni ’80. Senza nostalgia o mitizzazioni gli autori ci fanno sentire il suo potere di creare appartenenza e di contribuire in maniera indelebile alla formazione di una persona. Sconfessando ogni luogo comune che la vuole relegata a “fenomeno giovanilistico”.

Per le 192 pagine del libro è stata scelta una carta avoriata con uno spessore di 150 grammi, che esalta il bianco e nero forte e contrastato di Bailly, e dona al volume una perfetta corposità.

Inoltre, all’interno del libro i lettori troveranno una cartolina postale che potranno “condividere” a mano o via posta, con un amico attuale o del passato, a cui la lettura ha fatto pensare. E ritornare anche solo per un momento a una comunicazione “analogica”, fatta di incontri diretti proprio come si faceva quando i dischi venivano ordinati per posta all’etichetta indipendente che produceva generi musicali introvabili nei negozi di dischi. E magari ritrovando lo stesso entusiasmo per una scoperta da condividere a tutti i costi!

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