Il Malandrino
I Giorni Comunque Belli
(Libellula Music)
indie-tronica, it-pop
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Un autoritratto vivido, dipinto con pennellate di indie-tronica e col colore dei ricordi. I Giorni Comunque Belli de Il Malandrino è, indubbiamente, un progetto tanto sfaccettato quanto sentito, seppur denoti delle mancanze a livello vocale e lirico che gli impediscono di spiccare il volo.
Le produzioni musicali risultano tutte indovinate. Partendo da una base di indie ed elettronica, queste vanno a spaziare in generi come il rock alternativo (visto anche il background punk di Michele Calabrò, vero nome de Il Malandrino), il rap (Non Chiedermi Di Più), la cloud-trap (Panda Granata) e la disco-funk dai richiami anni ’80 (Di Notte), ottenendo così un risultato denso e orecchiabile.
L’aspetto lirico del disco è personale e sofferto, alle volte più ironico e romantico mentre a tratti malinconico e fragile. Tuttavia, di tanto in tanto corre il rischio di inciampare e di arrotolarsi negli ormai saturi cliché del cosiddetto it-pop (spesso banali) che ne impoveriscono la narrazione, oltre a sapere di già sentito.
Il lato vocale è curato nelle stesure, come dimostrano i ritornelli catchy e canticchiabili, nonostante dal lato interpretativo (anche per questioni di timbrica) si dimostri migliorabile. La tracklist, inoltre, annovera le collaborazioni di spicco del frontman de I Medusa, Diego Perrone (particolarmente conosciuto per la sua collaborazione live, già dal 2003, con Caparezza), e la cantante Stefania Tasca, volto già noto al mondo dei festival e a quello dei talent show.
In ultima analisi, possiamo affermare come I Giorni Comunque Belli sia un’opera carica di influenze, a volte molto distanti tra loro, e di passione, con la quale Il Malandrino propone un immaginario riflessivo e variopinto, ancora grezzo ma in possesso del potenziale per evolversi e affinarsi nel tempo.
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