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Il Mago Del Gelato: recensione di Chi È Nicola Felpieri?

Chi È Nicola Felpieri? è l'album d'esordio del quartetto milanese Il Mago Del Gelato: un sound dal gusto cosmopolita che scorre tra groove afrobeat e atmosfere delle colonne sonore anni '60 e '70.

Il Mago Del Gelato

Chi È Nicola Felpieri?

(Dischi Numero Uno)

sonorizzazioni cinematiche, poliziottesco, colonne sonore, elettro-noir, disco funk, soul jazz, psichedelia, library music, post prog, afrobeat, caraibica, elettronica, reggae

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A distanza di due anni dall’esordio con l’EP Maledetta Quella Notte, la band milanese Il Mago Del Gelato manda alle stampe il suo primo full-lenght intitolato Chi È Nicola Felpieri?, edito per l’etichetta Dischi Numero Uno e registrato al Sudest Studio in Puglia.

Un disco che nasce dalla volontà condivisa di ritagliarsi un proprio spazio nella scena indipendente, con l’intento di stuzzicare la fantasia e la curiosità degli ascoltatori. Ma chi è in realtà Nicola Felpieri? Nient’altro che un “McGuffin”, ovvero un qualcosa di pretestuoso attorno al quale si crea enfasi e si svolge l’azione, ma che non verrà mai svelato (come il mistero della valigetta nei film Pulp Fiction, ad esempio): un vero e proprio depistaggio, un enigma senza risposta, un espediente narrativo che ognuno di noi può interpretare a suo modo, in maniera totalmente differente.

Lontani dalle facili scorciatoie della discografia moderna e ispirandosi al nome di un bar-gelateria di via Padova, situato nel quartiere multietnico di NoLo a Milano (dove le esperienze personali si mescolano a tutto quel brulicare di ristoranti cinesi, kebabbari, bar sudamericani, minimarket bengalesi, ecc.), i componenti del progetto Il Mago Del Gelato (Giovanni Doneda, Ferruccio Perrone, Pietro Gregori, Alessandro Paolone) arricchiscono il gusto del loro sound multiculturale con ingredienti stilistici eterogenei, frizzanti, ironici, variopinti e divertenti, continuando ad alimentare una predisposizione naturale a sviluppare musica inclusiva e accattivante, in grado di unire tanti punti geografico-musicali solo in apparenza distanti.

“L’intento principale era fare musica che facesse ballare e coinvolgesse il pubblico”, racconta Ferruccio Perrone in una recente intervista. Osservando l’artwork grafico della locandina, con quel design retrò che ricorda la corrente d’avanguardia sovietica di inizio Novecento, affiora il significato del costruttivismo emotivo e sonoro de Il Mago Del Gelato, e cioè la musica come libertà d’espressione, che torna a rivendicare la sua funzione sociale di aggregazione.

Le dieci canzoni dell’album (perlopiù strumentali) si susseguono tra ritmi di afrobeat felakutiano e atmosfere delle colonne sonore anni ’60 e ’70, con influenze che vanno dal funky groove poliziottesco dei Calibro 35 alla soul-disco di Enzo Carella, dal jazz sperimentale dei C’mon Tigre alle contaminazioni mediterraneo-esotiche di Nu Genea e Pellegrino & Zodyaco, dalla library music di Stefano Torossi alle sonorizzazioni cinematiche dei vari Ennio Morricone, Piero Umiliani e Franco Micalizzi.

Uno spazio ludico che prende forma attraverso lunghi accordi d’attesa, pianoforti metallici e fiati dissonanti, synth anni ’80 e riff ipnotici e graffianti, passando per un corredo di cori, voci vocoderizzate e mirabolanti acrobazie acid-space-funk che si lasciano contagiare dalla frenetica fusion prog dei King Crimson di Discipline.

In questa nuova release, inoltre, Il Mago Del Gelato si apre per la prima volta a featuring con altri artisti: la cantante francese Mélanie Chédeville con il suo spoken-word sensuale nelle vibrazioni elettro-noir di Tic Tac, il cantautore indie-R&B milanese Venerus nella nostalgica Controtempo e il duo elettro-pop Le Feste Antonacci nel brano In Punta di Piedi.

Se l’amore e le sue sfumature, sia in senso romantico che in qualsiasi altra declinazione, rappresentano il focus tematico di Chi È Nicola Felpieri?, nell’episodio finale di Enrico Lascia Perdere, quasi a volersi spingere oltre la stravagante spensieratezza di facciata, troviamo una presa di coscienza a favore della bellezza autentica dell’imperfezione, che dà risalto a quella forza che serve a lottare per ciò in cui si crede, contro l’ipocrisia di una società pronta a reprimere sogni e creatività altrui.

Oggi, il bar-gelateria di Via Padova che ha ispirato il nome del gruppo non c’è più, ha chiuso qualche mese fa. Tuttavia, i quattro “maghi del gelato” continuano ad ampliare la loro visione d’insieme, shakerando passato e contemporaneità, territorialità artigianale e multiculturalismo, ma sempre nell’ottica di una proposta musicale che sia il più possibile unificante e coinvolgente.

facebook/Il Mago Del Gelato

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