Ibisco
Languore
(V4V)
alternative, indie, rock d’autore, wave
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Quando un anno fa scrissi la recensione di Nowhere Emilia, primo lavoro di Ibisco, manco sapevo abitasse a circa 6 km da casa mia. Non che sia cambiato molto, così come allora io e Filippo Giglio non ci conosciamo. La cosa che è cambiata è la mia stima nei suoi confronti che già allora era alta.
Dopo una breve intro, questo Languore, parte forte col primo brano Dentro Me, piano e voce, dalle prime note porta alla mente qualcosa di melodico, una classica ballad pop. Ascoltando con attenzione si percepisce però un qualcosa di molto più profondo, meno immediato. Un brano che ascolto dopo ascolto si imprime nella mente, si trasforma, come il testo che si apre alla speranza sul finale.
Seduci, primo estratto dall’album è a mio parere il singolo italiano dell’anno. Brano tiratissimo, elettronico con base alla Trentemøller, una versione 2.0 dei migliori CCCP. Assolutamente imperdibile.
Dopo la toccante Vera, brano con una “pesantezza” che mi riporta molto a Ian Curtis, arriva una doppietta da capogiro. Albanera, autentico capolavoro che mi emozioni fino ai brividi anche dopo numerosi ascolti. Un brano che alza l’asticella verso il cantautorato del Battisti di Emozioni.
Subito dopo il pezzo che da il titolo all’album, altra punta di diamante in un album pieno di prezzi pregiati; Languore è la conferma di una scrittura favolosa, di testi non immediati che restano impressi in mente seppure non banali e non commerciali. Qualcosa che tocca i Marlene Kuntz di Nuotando nell’aria ma che mantiene una personalità fortemente riconoscibile.
Con Alcolicixbenzina, ci si riavvicina a sonorità che a mio parere avevano fatto grande l’album d’esordio, seppure con una vena elettronica ancora più potente. Si prosegue a tinte elettroniche quasi macchiate delle tonalità di Dave Gahan e dei suoi Depeche con K.O.E.
Con Dopah! le sonorità si fanno più wave e ci portano a perderci definitivamente con le note di Jane Finisce in un album che difficilmente uscirà dall’ascolto per i prossimi mesi.
A chiudere il cerchio e a farci perdere infinitamente la testa per il Languore di Ibisco è l’outro Infinito.
Un anno d’oro per la musica bolognese che continua anche con questo lavoro di Ibisco, fra i migliori album del 2023. Bravissimo! Grazie!
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