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I Like Trains: la recensione di Kompromat

Dopo otto lunghi anni di silenzio discografico, tornano I Like Trains con Kompromat, un full lenght sorprendente e pieno zeppo di denunce politico-sociali.

I Like Trains

Kompromat

(Crash Records)

post-rock, indie rock, post-punk

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i-like-trains-recensione-kompromatDopo otto lunghi anni di silenzio discografico, tornano I Like Trains con Kompromat, un full lenght sorprendente e pieno zeppo di denunce politico-sociali.

Il singolo Dig in (scavare in inglese), j’accuse contro il potere dell’informazione e della politica fa seguito a The Truth che sprona ad aprire gli occhi su un mondo profondamente mutato, irriconoscibile, un mondo alienante dominato dalla falsità “la verità è quello che non ho mai incontrato nella mia vita, la verità è quello che non ricordo, la verità non è quella che era, la verità è una playlist infinita…”, i video a corredo di Michael Connolly (artista e designer nato a Leeds) sono puzzle ipnotici tra incubo e realtà, i padroni occulti delle nostre vite si susseguono immagine dopo immagine; Trump, Boris Johnson, Zuckerberg, la lady di ferro, Putin vs gli astronauti che possono osservare quel mondo a distanza di sicurezza.

“Stiamo osservando dei bugiardi mentire. Loro sanno che noi sappiamo ma non c’è niente che possiamo fare” dice Connolly.

Kompromat è il primo disco dai tempi di The Shallows del 2012, incentrato sulle dinamiche di Internet e su quanto la tecnologia intelligente stia ricablando la mente umana influenzando anche i nostri tempi di concentrazione. Descrive l’ascesa del populismo, dalla tattica divide et impera causa della Brexit nel Regno Unito e dell’ascesa di Trump in America con tutto il bagaglio di menzogne e disinformazione connesso.

Il gioco è cambiato ed è cambiata anche la band. Formati nel 2004, I Like Trains sono David Martin (voce/chitarra), Alistair Bowis (basso), Guy Bannister (chitarra/sintetizzatori), Simon Fogal (batteria) e Ian Jarrold (chitarra).

Kompromat si presenta con Steady hand, gonfia di aperture dissonanti avviluppate in un crescendo di pathos capace di alimentare la sete di chi ascolta, Desire is a mess racconta il desiderio come una catastrofe…”riesci a dormire la notte?”, Prism è un brano straripante di cambi in corso d’opera che creano un vero e proprio corto circuito emozionale, The Truth naviga in mare aperto, Patience is a virtue e Man of convinction sono la prova lampante di quanto I Like Trains abbiano influenzato le nuove generazioni, band come Fontaines D.C. pescano nel loro sound a piene mani.

La chiusura del disco è affidata a Eyes to the Left, sussurrata da Anika su un tappeto di note sognanti, aggrovigliate tra loro in modo perfetto fino all’esplosione della bomba Martin, superlativo in ogni traccia.

Kompromat offre infiniti spunti di riflessione, induce alla rivolta e alla coscienza critica attraverso l’unica arma rimasta, la consapevolezza.

Un disco da comprare, leggere e consumare fino all’ultima parola scandita, fino all’ultima sfumatura sonora.

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Elisabetta Laurini
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