Hybris
Hybris
(CD, Autoproduzione)
black metal
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Vengono da Roma e si fanno chiamare Thanatos (Vocals), Mictian (guitars, backing vocals), Isa Nauthiz (guitars, keyboards), Antimonio (bass, ocharina) ed Ex Mortem (drums) e, insieme, diventano gli Hybris.
Insieme diventano un gruppo capace di far riemergere un genere che sembrava scomparso sotto l’onda progressive che aveva aperto uno scorcio glitterato dove erano solo le tenebre a regnare.
Non c’è sperimentazione, ma un ritorno alle origini. Un inno a capisaldi come i Bathory, ma anche Gorgoroth e Darkthrone. Un ritorno alle origini fatto di chitarre glaciali e batteria incrollabile, di ferro. Fatto di growl e scream che perforano i timpani. Fatto di quella tragicità e quella cupezza di fondo che hanno fatto lo splendore di un genere da sempre controverso e contorto. Tutto in sole otto canzoni per sonorità che si amano o si odiano. Un album, questo Hybris che può regalare flashback a non finire. E onestamente, nonostante questo mondo e le sue tematiche non mi abbiano mai appassionato, è difficile rimanere indifferenti.
Spero che questi ragazzi riescano a mantenere anche in futuro la genuinità dei suoni e che riescano a rimanere fedeli e coerenti a questo genere che, sulla scena nostrana, non gode di particolare risalto.
Certo parlando di qualità compositiva, e soprattutto se si hanno come punti di riferimento i gruppi di cui sopra, il livello da raggiungere è alto e ancora la strada da fare per trovare una propria collocazione ed un proprio stile definito è abbastanza lunga. Sì, ma non credo che troveranno molta difficoltà in questo loro, oscuro, cammino.
Consigliato agli irriducibili del lato lugubre e tetro del metal.
Ovviamente.
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