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Humus: recensione di Non è Giusto

Gli Humus sono in giro ormai da più di dieci anni e non hanno perso la voglia di picchiare e suonare duramente.

Humus

Non è Giusto

(Overdub)

rock

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Gli Humus sono in giro ormai da più di dieci anni e non hanno perso la voglia di picchiare e suonare duramente. Il loro nuovo disco, Non è giusto, è davvero una bella iniezione di aria fresca, grazie ad un pugno di canzoni toste che strizzano l’occhio ai Foo Fighters più arrabbiati e ai nostrani Ministri, anche se rispetto a quest’ultimi hanno un senso della melodia più accentuata.

Negli otto brani presenti in questo platter non si sta mai fermi, a partire dal pezzo al fulmicotone rappresentato dall’incisiva Offre La Casa che non farà prigionieri quando sarà suonata in sede live.

Stesso discorso per Se Ne Riparla Domenica che ha un riff molto alla Dave Grohl, sebbene poi si sviluppi su territori molto più indipendenti e underground.

Quello che piace è la voglia di trovare sempre un aggancio melodico, sebbene il cantato di Marco Palombi sia sempre al limite di una profonda crisi di nervi. La band ci va duro forte sugli strumenti e si vede che è cresciuta con il sound tipico degli anni novanta.

A volte ci si rifà anche agli ultimi Afterhours, vedi Cambia Voce, ma la sensazione è che sono le chitarre di stampo prettamente americano a farla da padrone.

Qui Si Decide ha una contrapposizione tra potenza e blues che non dispiace per nulla, mentre Parlami è puro punk riletto in chiave moderna. Pur non durando tantissimo, questo lavoro ha il pregio di essere riascoltato come se si fosse avvolti in un loop perenne e si rivela una bella sorpresa nel variegato panorama underground italiano.

Non è Giusto deve essere pubblicizzato il più possibile, perché, altrimenti, rischia di rimanere nell’anonimato e non sarebbe giusto vista la validità del prodotto e la qualità dei brani che, se fossero stati cantati in inglese, avrebbero, molto probabilmente, trovato una diffusione decisamente maggiore di quella che può offrire il mercato tricolore.

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Francesco Brunale
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