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Hugomorales: recensione di Oceano

Una società rovesciata, extraterrestre e kafkiana si immerge nelle acque allegre e trasognate delle nove tracce di Oceano, secondo album di Hugomorales.

Hugomorales

Oceano

(Tazzina Dischi)

neopsichedelia, indie-folk, canzone d’autore

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Hugomorales- recensione-OceanoL’oceano può essere vasto, ma non è illimitato e rischia di esaurire le sue risorse a causa delle incessanti attività di sfruttamento da parte dell’essere umano.

Allora, immaginate di capovolgere questo scenario attuale pensando ad un mondo surreale e parodistico dominato dai pesci. Da pesci che vanno a pesca di esseri umani. Con un canto di balene in sottofondo. Una sorta di concept oceanografico che, in parte, rimanda alla “favolesca” Yellow Submarine. Sarà un caso che la balena raffigurata in copertina sia di colore giallo?

Una società rovesciata, extraterrestre e kafkiana si immerge nelle acque allegre e trasognate delle nove tracce synth-dream, neopsichedeliche e folk cantautorali di Oceano, secondo album del cantautore umbro Emiliano Angelelli, in arte Hugomorales, edito per Tazzina Dischi e realizzato durante il periodo di quarantena pandemica.

Emiliano Angelelli (ex Elio Petri) deve il suo pseudonimo al giornalista uruguaiano Hugo Morales, divenuto famoso per la radiocronaca di Argentina Inghilterra durante i mondiali di Messico ’86, e soprattutto per il modo folkloristico e poetico con il quale si lasciò andare al secondo gol di Maradona. Un antesignano della garra charrua!

Da questo mood stravagante e vivace nasce Oceano, la metafora ittica con la quale Hugomorales descrive la vita come un enorme acquario e gli esseri umani, al suo interno, come “pesci in quarantena”.

Oceano è un’opera carica di profumi neopsichedelici e di atmosfere giocosamente visionarie, dove le melodie speziate ed orecchiabili si mescolano alla ricchezza immaginifica di Francesco De Gregori.

Sedotto dalla bellezza di Afrodite, Hugomorales balla “in punta di pinne” come Calipso, con la leggerezza e l’onirismo dei cartoni animati, in una visione caleidoscopica e frizzante che si impregna di salsedine e si dondola sulle onde nostalgiche ed emozionali degli anni Sessanta e Settanta.

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Andrea Musumeci
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