Horse The Band
Desperate Living
(Cd, Vagrant Records)
metalcore
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Album stralunato per una band non da meno. Desperate Living, titolo in linea con i tempi, è un mix di hard core, progressive rock con sprazzi psichedelici e un filo rosso elettronico da videogame d’altri tempi.
L’atmosfera si fa a tratti giocosa, a tratti aggressiva, mantenendo in un equilibrio quasi magico tutte le spiazzanti componenti del disco.
Lo scorticato opener Cloudwalker, acceso e arabescato sfuma in suoni elttronici disturbati e rumorosi, e poi rallenta per scoprire il suo animo più etereo. La successiva title-track alterna melodie stonate e tempeste sonore in un mix furioso e pervaso da una rarefatta nuvola elettrica che non accenna mai a sparire.
Poi tramite variazioni sul tema si passa per la fragorosa e ronzante the Failure of all Things, che ha in sé il sibilo e l’esplosione rovinosa e una conclusione dolce e narcotica, per arrivare al selvaggiamente folle Horse The Song: sorta di manifesto programmatico della band, nero, esplosivo e semiserio insieme.
In Science Police i toni si fanno più cupi e profondi, forse in qualche modo più orecchiabili, stridendo quasi con lo stile dell’album fino a questo punto. Shapeshift e Between The Trees sono più smaccatamente metal, il primo mortifero e poi quasi etereo e disperato, il secondo serrato dopo un inizio elettrico e sonnolento e con un testo dai toni fortemente nichilisti.
Gradevole e inaspettato, Golden Mummy Golden Bird suona come un ibrido tra un giocattolo snervante e la colonna sonora frammentaria di un film degli anni ’30. Inaspettato lo è anche il dark pop ironico di Lord Gold Wand of Unyelding, seguito dall’intenso e inquietante Big Business, che ad ascoltarlo più attentamente si rivela un divertente nonsenso.
Nel vertiginoso Rape Escape vengono centrifugate tutte le principali caratteristiche dell’album, che prendono ulteriori nuove forme con l’aggiunta di pennellate ancor più nere e l’intreccio con un pezzo per pianoforte (eseguito dalla pianista ucraina Valentina Lisitsa). Bella la conclusione con Arrive, un pezzo cupo e determinato che avvolge di suoni bassi e orecchiabili un buffo scioglilingua.
Horse The Band è un quartetto californiano che viene dal futuro, almeno secondo quanto giurano nella spassosa biografia sul loro MySpace. Le loro facce invece sono uscite da un telefilm di serie B degli anni ’70. Sono completamente pazzi e Desperate Living è il loro quinto album, partorito dopo un tour mondiale autofinanziato e potenzialmente fallimentare in cui la band si è imbarcata nel 2008.
http://www.myspace.com/horsetheband
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